Egitto, uccisi 25 poliziotti in nord Sinai: è stata un’esecuzione

El-Arish (Egitto), 19 ago. (LaPresse/AP) – È di 25 poliziotti morti e due feriti nel nord del Sinai il bilancio dell’agguato teso stamattina da sospetti militanti a due mini-bus che trasportavano agenti fuori servizio. Lo riferiscono fonti ufficiali della sicurezza egiziana. L’attacco è avvenuto vicino alla città di confine di Rafah e i poliziotti erano in abiti civili.

Emerge intanto una nuova versione sulla dinamica dell’imboscata: inizialmente si pensava che i militanti avessero attaccato i due mini-bus con razzi Rpg e granate; la nuova ricostruzione fornita dalle fonti parla invece di vere e proprie esecuzioni. Le cose sarebbero andate come segue: i militanti hanno costretto i due veicoli a fermarsi, ordinando ai poliziotti di scendere e obbligandoli a distendersi a terra; poi hanno sparato sugli agenti uccidendoli. Immediatamente dopo questi tipi di incidenti è comune che ci sia confusione sui dettagli. Anche la televisione di Stato egiziana ha riferito di uccisioni portate a termine come esecuzioni.

Dallo scorso 3 luglio, giorno della destituzione di Mohammed Morsi in Egitto con un colpo di Stato militare, in Sinai i militanti compiono attacchi quasi quotidiani. Il nord del Sinai è una regione strategica che confina con Israele e Striscia di Gaza. Nella parte nord della penisola l’esercito e le forze di sicurezza egiziane sono impegnate da tempo in una battaglia contro i militanti, che utilizzano da anni la zona per contrabbando e altre attività criminali. Spesso gli stessi militanti hanno lanciato razzi verso Israele e in passato hanno compiuto incursioni oltre il confine per realizzare attacchi.