Nuova Delhi (India), 25 ago. (LaPresse/AP) – Sono tutti in custodia delle autorità indiane i cinque sospetti stupratori di una fotogiornalista di 22 anni aggredita giovedì a Mumbai. La violenza era stata denunciata subito dalla ragazza e le indagini sono partite rapide. Dopo un primo arresto venerdì, sono seguiti gli altri, tutti a Mumbai, tranne l’ultimo, un uomo fermato oggi a Nuova Delhi. “Depositeremo un documento di accusa presto”, ha fatto sapere il commissario di polizia Satyapal Singh, garantendo che le autorità hanno abbastanza prove per perseguire gli indagati, tra cui la testimonianza della vittima e campioni medici prelevati in ospedale dove la donna è stata curata dopo l’aggressione. Uno dei sospetti sarà sottoposto a test medici per determinare la sua reale età, visto che secondo la famiglia ha 16 anni. Le forze di sicurezza sostengono invece che ne abbia 19 e potrebbe essere processato come un adulto.

LO STUPRO. L’aggressione è avvenuta mentre la ragazza stava scattando foto per una rivista insieme a un collega. Intorno alle 19 il gruppo di cinque uomini le si è avvicinato dicendo di volere offrire aiuto per ottenere il permesso di scattare immagini dentro una fabbrica tessile abbandonata. Subito dopo gli uomini sono diventati aggressivi e hanno accusato il collega della donna di essere coinvolto in un reato commesso nel quartiere. Quando il fotografo ha negato, gli assalitori gli hanno legato le mani con la sua cintura e hanno portato la donna in un’altra parte dell’edificio, dove hanno abusato di lei.

LA VITTIMA: PRESTO TORNERO’ AL LAVORO. Intanto la fotogiornalista fa sapere di avere intenzione di tornare presto alla sua professione. “Lo stupro non è la fine della vita”, ha detto, secondo quanto riporta The Times of India. E una nota dell’ospedale Jaslok, dove la vittima della violenza è stata ricoverata, fa sapere che le sue condizioni sono monitorate costantemente, che sta “molto meglio” e ha ricevuto la visita della famiglia.

LE RAPIDE INDAGINI. La questione degli stupri ha assunto un centralità nel dibattito sulla società indiana e ha scatenato proteste in tutto il Paese, a partire dalla violenza di cui lo scorso anno fu vittima una studentessa di 23 anni, violentata da un gruppo di uomini e poi morta alcuni giorni dopo in seguito alle ferite riportate. Le proteste non sono mancate nemmeno in questa occasione. Proprio in seguito alle pressioni pubbliche, la polizia si è mossa velocemente per catturare i sospetti. Il ministro dell’Interno R. R. Patil ha fatto visita ieri notte agli investigatori di una stazione di polizia di Mumbai e il governo ha chiesto una pena esemplare. I cinque rischiano fino a una massimo di 20 anni secondo la nuova legge restrittiva sugli stupri. Il più anziano tra gli arrestati ha 25 anni.

SOSPETTO CONFESSA IN AULA. Dopo essere comparso oggi in tribunale assieme a un altro sospetto, uno dei presunti violentatori ha confessato l’aggressione. Il giudice ha ordinato che i due, così come l’altra coppia di sospetti comparsa ieri in aula, restino in custodia fino al 30 agosto. Il quinto sta venendo invece trasferito da Nuova Delhi a Mumbai, dove affronterà le accuse.

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