Berlino (Germania), 1 set. (LaPresse/AP) – Peer Steinbrueck all’attacco ma Angela Merkel tiene testa. Al termine del duello tv tra i due sfidanti che si contenderanno la cancelleria in Germania ci sono opinioni contrastanti su chi sia il vincitore. Secondo un sondaggio dell’emittente Ard vince Steinbrueck per il 49% degli intervistati, contro il 44% di Merkel; in base all’indagine della Zdf, invece, vince la cancelliera con il 40%. Il dibattito, l’unico prima delle elezioni del prossimo 22 settembre, è durato 93 minuti ed è stato trasmesso da diverse emittenti tedesche. Le differenze più marcate fra i due sono emerse a proposito della crisi del debito in Europa e della Grecia; concordi invece sulla Siria: entrambi i candidati si oppongono a un intervento armato.
LA CRISI IN EUROPA. Merkel arrivava al duello tv con il vantaggio degli ultimi sondaggi, che vedono la Cdu avanti rispetto alla Spd, lanciando sperare alla cancelliera la possibilità di tornare a guidare l’attuale coalizione di centro-destra. Per questo Steinbrueck ha voluto sfruttare l’opportunità andando all’offensiva. In apertura, come prevedibile, la cancelliera ha puntato sull’economia, sottolineando che la Germania ha più occupati che mai e ha evidenziato la sua gestione della crisi del debito in Europa. “La Germania è il motore della crescita, la Germania è l’ancora della stabilità e vorrei continuare questo percorso”, ha affermato la candidata della Cdu. Ma lo sfidante socialdemocratico ha messo in dubbio la strategia dell’austerità, portata avanti da Merkel per contrastare la crisi del debito in Europa. L’austerità ci deve essere “ma non in misura mortale”, ha affermato.
LA GRECIA E I NUOVI AIUTI. Poi Steinbrueck ha attaccato a proposito della Grecia. Il ministro delle Finanze del governo Merkel infatti, Wolfgang Schaeuble, il mese scorso ha affermato che probabilmente per Atene ci vorrà un terzo programma di aiuti. “Con l’annuncio di un terzo pacchetto per la Grecia dobbiamo forse ammettere a noi stessi che la strategia di gestione della crisi, largamente portata avanti da questo governo, sia fallita?”, ha chiesto provocatoriamente Steinbrueck. Il candidato della Spd ha sottolineato che “ciò che manca è un programma di ricostruzione, un impulso alla crescita”. Ma Merkel ha ribattuto che i socialdemocratici hanno votato per le varie misure che lei ha adottato a proposito della crisi e insistendo sul fatto che il suo sia l’approccio giusto per risolvere i problemi dell’eurozona. “La cosa importante adesso non è mostrare falsa solidarietà, ma seguire un principio, e questo principio è solidarietà e responsabilità”, ha detto Merkel. La Germania è il principale contribuente dei programmi di salvataggio dei Paesi della zona euro e Merkel finora ha portato avanti un approccio duro basato appunto sull’austerità e il rigore dei conti per i Paesi con difficoltà economiche.
STEINBRUECK PROMETTE STIPENDIO MINIMO NAZIONALE. Tra i punti che intende realizzare in caso di elezione, Steinbrueck ha detto che vuole garantire una maggiore “giustizia sociale” introducendo un salario minimo nazionale, che Merkel rifiuta preferendo accordi fra datori di lavoro e dipendenti diversi a seconda dei settori. Steinbrueck ha inoltre difeso il suo piano di aumentare l’imposta sul reddito per chi guadagna di più. Per la cancelliera, invece, aumentare le tasse rischierebbe in ultima analisi di mettere a rischio posti di lavoro.
IL NO ALL’INTERVENTO IN SIRIA. Su una questione i due candidati si sono invece mostrati totalmente d’accordo: entrambi non hanno intenzioni di partecipare a un’azione militare contro la Siria. “La Germania non parteciperà”, ha detto Merkel nel corso del dibattito, spiegando che deve esserci “una risposta collettiva da parte delle Nazioni unite” all’uso di armi chimiche in Siria. La cancelliera in carica si è detta “molto felice che abbiamo alcuni giorni” per rianimare gli sforzi per garantire un’azione dell’Onu, sembrando riferirsi al fatto che Barack Obama ha preso tempo decidendo di chiedere al Congresso l’autorizzazione per un intervento militare. Anche Steinbrueck ha affermato che, nel caso in cui diventasse il nuovo cancelliere, non parteciperebbe ad alcun intervento militare. “Mi rammaricherei” se gli Stati Uniti colpissero da soli senza un mandato internazionale, ha detto.
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