Pechino (Cina), 3 set. (LaPresse/AP) – Dennis Rodman, ex stella dell’Nba, è arrivato in Corea del Nord per la seconda volta quest’anno per quella che definisce una visita a un amico, il leader Kim Jong Un. “Voglio solo incontrare il mio amico Kim, il maresciallo, e avviare lì una lega di basket”, ha detto Rodman ai giornalisti.
In merito al viaggio si sono sollevate speculazioni secondo le quali il viaggio di Rodman sarebbe mirato a ottenere la liberazione del missionario statunitense Kenneth Bae, condannato lo scorso 2 maggio a 15 anni di lavori forzati con l’accusa di sovversione, ma in proposito il cestista ha smorzato gli entusiasmi dicendo che “non è stato promesso nulla”. Parlando con i giornalisti mentre si trovava in transito all’aeroporto di Pechino in direzione Pyongyang, Rodman ha detto: “Sto andando in Corea del Nord a incontrare il mio amico Kim, è un gesto amichevole”. Molti funzionari Usa hanno mostrato perplessità, sostenendo che si tratti di un’opportunità a Kim per la propaganda, ma Rodman ha suggerito che la “diplomazia del basket” potrebbe migliorare le relazioni e che Kim vuole che Barack Obama prenda il telefono e lo chiami. L’ex star Nba ha definito il leader nordcoreano “un ragazzo fantastico”.
A febbraio Rodman aveva già incontrato Kim Jong Un, fan di basket, durante una visita per promuovere lo sport e realizzare un film. La visita di oggi dell’ex campione di basket giunge dopo che venerdì Pyongyang ha ritirato l’inviato precedentemente rivolto all’inviato speciale degli Stati Uniti Bob King a recarsi nel Paese per discutere del rilascio del cittadino americano. Kenneth Bae è stato condannato lo scorso 2 maggio in Corea del Nord a 15 anni di lavori forzati con l’accusa di sovversione.
Di origine coreana, 45 anni, Kenneth Bae aveva vissuto nello Stato di Washington. Lavorava per un tour operator ed è stato arrestato il 3 novembre del 2012 dopo essere arrivato con un tour a Rason, in una regione nordorientale al confine con Cina e Russia. Tanto Pyongyang, quanto il governo degli Stati Uniti hanno rilasciato poche informazioni sul suo conto, ma amici, colleghi e attivisti sudcoreani raccontano che era un missionario cristiano che viveva in una città al confine della Cina e spesso faceva viaggi in Nord Corea per dare da mangiare agli orfani. Non è chiaro se abbia provato a evangelizzare mentre si trovava nel Paese. Soffre di diversi problemi di salute e recentemente è stato ricoverato in ospedale. Bae è il sesto statunitense arrestato in Corea del Nord dal 2009. Spesso i cittadini americani fermati nel Paese sono stati rilasciati a seguito di visite da parte di politici di alto profilo, tra cui per esempio anche l’ex presidente Jimmy Carter.