Tunisi (Tunisia), 7 set. (LaPresse/AP) – Decine di migliaia di persone sono scese in piazza a Tunisi per chiedere le dimissioni del governo in occasione dei 40 giorni dall’assassinio del politico dell’opposizione Mohammed Brahmi, ucciso lo scorso 25 luglio. I manifestanti ritengono il governo incapace di garantire la sicurezza e di gestire l’economia del Paese. Si tratta di una delle più grandi proteste organizzate dell’opposizione da luglio.
La manifestazione è stata organizzata dal Fronte di salvezza nazionale, che raggruppa diversi partiti di opposizione, e i partecipanti sono giunti da diverse città della Tunisia. Uno dei leader che guidano la protesta, Samir Taieb, ha avvertito che ci saranno manifestazioni del genere finché il governo di Ennahda non si dimetterà. “Siamo determinati a continuare la battaglia per portare il Paese fuori dalla situazione disastrosa in cui si trova a causa di coloro che sono al potere”, ha affermato Beji Caid Essebsi, leader del partito di centro-destra Nida Tunis, uno dei principali gruppi dell’opposizione. Diversi gli slogan ricorrenti: da ‘Dopo il sangue Ennahda non ha legittimità’ a ‘Via, il dittatore ha capito ma voi ancora non capite’. Il riferimento è a Ben Ali, fuggito in Arabia Saudita dopo le rivolte popolari a gennaio del 2011. Da allora la transizione democratica è stata piuttosto difficoltosa. Ad agosto anche Ennahda ha portato in piazza i suoi sostenitori.
La crisi politica in Tunisia si è inasprita dopo l’omicidio di Brahmi a luglio. Si trattava infatti del secondo esponente dell’opposizione ucciso in sei mesi. Vittima del primo assassinio, il 6 febbraio, era stato Chokri Belaid, ucciso fuori dalla sua casa di Tunisi. A seguito dell’omicidio di luglio circa 60 deputati dell’opposizione hanno lasciato l’Assemblea, che è composta da 217 membri, paralizzando il lavoro di redazione della nuova Costituzione.
Lo scorso 21 luglio il partito islamico Ennahda, che è al governo, ha accettato l’iniziativa del sindacato Ugtt che prevede la creazione di un governo di tecnici per far uscire il Paese dall’attuale crisi. Ennahda ha però sottolineato che l’attuale governo rimarrà in vita finché non sarà raggiunto un accordo generale. Settimane di mediazione fra governo e opposizione, tuttavia, non hanno portato frutti e la settimana scorsa Houcine Abassi, del sindacato Ugtt, ha annunciato che i colloqui si sono interrotti.
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