Zamboanga (Filippine), 12 set. (LaPresse/AP) – Prosegue l’offensiva dei ribelli nel sud delle Filippine. Stamattina gli insorti hanno attaccato la città di Lamitan, nella provincia di Basilan, non lontano da Zamboanga, dove da lunedì i combattenti del Fronte nazionale di liberazione Moro tengono in ostaggio più di 100 persone. Il governatore della provincia, Mujiv Hataman, ha riferito che l’attacco è stato respinto. La crisi iniziata tre giorni fa a Zamboanga ha paralizzato la città, che ha quasi un milione di abitanti. La maggior parte dei voli e dei servizi di traghetti è sospesa e i quartieri situati vicino al luogo degli scontri sembrano una zona di guerra.
ATTACCO A LAMITAN, FERITI E DISPERSI. Il vice sindaco di Lamitan, Roderick Furigay, ha fatto sapere che cinque persone risultano disperse e due sono rimaste ferite. Le autorità avevano comunicato precedentemente che stavano monitorando gli spostamenti dei ribelli nella zona e che i residenti erano stati evacuati ieri.
E’ SECONDA CITTA’ ATTACCATA DOPO ZAMBOAN. Lunedì era stata attaccata la vicina Zamboanga, dove gli ostaggi sono ancora 100. Circa 15mila persone sono fuggite dai villaggi vicini a causa dei combattimenti e si sono rifugiate in un complesso sportivo e nelle scuole locali. Ai soldati, ha detto il segretario all’Interno Mar Roxas, è stato ordinato di prevenire che gli insorti si spostino al di fuori delle comunità che hanno finora conquistato. Dall’inizio della crisi a Zamboanga sono stati uccisi almeno nove combattenti e residenti locali. Il presidente Benigno Aquino III ha inviato funzionari del governo e il capo dello Stato maggiore nella zona per coordinare la risposta delle autorità. Ieri una sparatoria è scoppiata nel villaggio di Santa Catalina, controllato da insorti. Un fotografo di AP ha visto circa 30 abitanti del villaggio, probabilmente tenuti in ostaggio, mentre sventolavano pezzi di stoffa bianca e gridavano “Non sparate, non sparate”.
CHI SONO I RIBELLI. I ribelli del Fronte nazionale di liberazione Moro firmarono un accordo di pace nel 1996, ma il loro leader, Nur Misuari, accusa il governo di non aver mantenuto la promessa di adottare misure mirate a sviluppare la regione impoverita. Recentemente Misuari si è isolato e ha espresso opposizione ai colloqui di pace tra Manila e un altro gruppo ribelle, il Fronte ‘islamico’ di liberazione Moro (diverso appunto dal Fronte ‘nazionale’ di liberazione Moro). Il mese scorso il movimento di Misuari ha minacciato nuovamente di fondare una repubblica nel sud delle Filippine.
I RIBELLI CHIEDONO MEDIAZIONE ONU. Il sindaco di Zamboanga, Maria Isabelle Climaco, ha fatto sapere che i ribelli chiedono mediazione internazionale e finora si sono rifiutati di parlare con funzionari provinciali. “Affermano che si tratti di un problema internazionale e che dovrebbero intervenire le Nazioni unite”, ha detto Climaco all’emittente Abs-Cbn Tv.
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