Ginevra (Svizzera), 12 set. (LaPresse/AP) – Nuova giornata di confronti diplomatici, promesse e minacce sulla situazione siriana. In attesa dell’incontro che si è svolto nel pomeriggio a Ginevra tra il segretario di Stato Usa John Kerry e il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, il presidente siriano Bashar Assad è tornato a parlare con un’intervista all’emittente Rossyia 24, a cui ha confermato la volontà di consegnare il proprio arsenale di armi chimiche al controllo internazionale. Intanto il governo di Damasco ha fatto pervenire all’Onu una lettera di adesione alla convenzione internazionale sulle armi chimiche.
KERRY: SE PROMESSE DISATTESE NECESSARIO INTERVENTO. Al termine degli incontri di Ginevra, prima con l’inviato speciale di Onu e Lega araba Lakhdar Brahimi poi con Lavrov, Kerry ha tenuto un intervento deciso sulla situazione, senza ammorbidire i toni degli ultimi giorni. “Siamo qui – ha detto – per testare la veridicità dell’impegno che il regime siriano si è preso verso una soluzione pacifica e negoziata”, “le aspettative di Usa e Russia sono molto alte, questo non è un gioco, ma deve essere un impegno serio” e “verificabile, credibile, adottato in tempi rapidi”. Per cui, ha aggiunto, “ci dovranno essere conseguenze se le promesse del regime non saranno mantenute”. Damasco, ha aggiunto Kerry, “dovrà porre fine e smantellare i suoi arsenali chimici”, ma il presidente Barack Obama ha detto chiaramente “che se la diplomazia fallisce sarà necessario intervenire”.
KERRY: NO A 30 GIORNI PER FORNIRE DATI ARMI CHIMICHE. Il segretario di Stato non ha commentato direttamente la notizia secondo cui la Siria ha mosso i primi passi per aderire alla convenzione sulle armi chimiche, ma ha respinto con decisione l’ipotesi di Assad di fornire informazioni sui propri arsenali un mese dopo l’adesione al trattato. “Le parole del regime siriano a nostro giudizio semplicemente non sono abbastanza”, ha detto Kerry, sostenendo che “non c’è nulla di standard in questo processo”.
LAVROV: VOGLIAMO SOLUZIONE PACIFICA. Lavrov ha provato invece a gettare acqua sul fuoco. Bisogna terenere in considerazione, ha detto il ministro, “che la soluzione a questo problema renderà inutile ogni attacco” contro la Siria e “io sono convinto che i nostri colleghi americani, come ha dichiarato il presidente Obama, siano fermamente convinti che dobbiamo seguire una via pacifica per risolvere il conflitto in Siria”. L’iniziativa di aderire alla convenzione sulle armi chimiche, ha quindi aggiunto il ministro russo, deve procedere “in stretta osservanza con le regole stabilite dall’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche”. Un’indicazione che Mosca non è d’accordo con gli Usa sul fatto che quello siriano sia un caso eccezionale e siano necessari standard più rigidi per la presentazione dei dati sul proprio arsenale. Dopo le dichiarazioni, Lavrov e Kerry hanno avuto una cena privata.
ASSAD: CONSEGNEREMO ARMI. “La Siria – aveva detto oggi Assad nell’intervista a Rossyia 24 – trasferirà le armi chimiche sotto il controllo internazionale grazie alla Russia” e “le minacce degli Stati Uniti non hanno influito” sulla decisione. Lunedì Mosca ha proposto che Damasco metta le sue armi chimiche sotto controllo internazionale per poi procedere alla loro distruzione ed evitare così un intervento armato da parte degli Stati Uniti. La Siria ha rapidamente accettato la proposta. Il fornire i dati sulle armi chimiche, ha dichiarato poi il presidente, è un “processo “bilaterale” e “noi contiamo, prima di tutto, sul fatto che gli Stati Uniti la smettano di condurre una politica di minacce per quel che riguarda la Siria”.
ASSAD: RIBELLI POSSONO ATTACCARE ISRAELE. Assad non si è limitato a parlare di quanto il suo governo farà, ma ha ribadito che i ribelli sono in possesso di armi chimiche, fornite loro da Paesi stranieri, e potrebbero utilizzarle contro Israele. “Non è assolutamente da escludere che questa informazione sia vera”, ha detto il presidente, secondo il quale è confermato che “le sostanze chimiche sono già state fornite a gruppi terroristici e che sono state usate contro i nostri soldati in Siria e contro i civili, e ciò significa che questo tipo di sostanze è disponibile”. D’altra parte, ha spiegato, “tutti sanno che queste bande terroristiche e coloro che le guidano stanno provando a incitare un attacco degli Stati Uniti. In precedenza hanno provato a coinvolgere Israele nel conflitto in Siria”.
ONU: RICEVUTA LETTERA ADESIONE A CONVENZIONE. Intanto oggi è arrivato il primo passo concreto di Damasco alle richieste internazionali. Dalle Nazioni unite, infatti, il portavoce Farhan Haq, ha confermato l’arrivo di una lettera che “dà il via” al processo per l’adesione alla convenzione internazionale sulle armi chimiche e ha spiegato che il documento è in fase di traduzione. Due giorni fa Damasco aveva annunciato di essere pronta a firmare il trattato, ipotesi confermata oggi proprio da Assad nell’intervista all’emittente russa. La convenzione vieta lo sviluppo, la produzione, lo stoccaggio e l’uso di armi chimiche, e richiede a tutte le parti che vi aderiscono di dichiarare e distruggere qualsiasi arma di questo tipo sia in loro possesso.
LUNEDI’ RELAZIONE ISPETTORI ONU. Sempre oggi, Jean Asselborn, ministro degli Esteri del Lussemburgo, attualmente nel Consiglio di sicurezza dell’Onu, ha fatto sapere che la presentazione della relazione degli ispettori Onu sull’attacco chimico dello scorso 21 agosto in Siria, che ha scatenato la reazione degli Usa e la minaccia di un attacco internazionale, è attesa per lunedì. Il documento dirà solo se le armi chimiche sono state usate e non chi sia stato responsabile dell’eventuale utilizzo. L’individuazione delle responsabilità, infatti, non rientrava nel mandato della squadra Onu.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata