Rio de Janeiro (Brasile), 13 set. (LaPresse/AP) – Quattro agenti della polizia militare brasiliana sono stati condannati a pene superiori a trent’anni di carcere per la morte nel 2011 di un bambino, colpito da spari durante una operazione nella favela Danon di Nova Iguaçu, a pochi chilometri da Rio de Janeiro. L’11enne Juan Moraes fu raggiunto da proiettili sparati dagli agenti il 20 giugno 2011 nella favela in cui viveva, dove era uscito di casa per una commissione per conto della madre. Il suo corpo fu trovato tre giorni dopo sulle rive del fiume Botas, nella vicina Belford Roxo.

I poliziotti hanno sostenuto che il bambino sia stato colpito durante una sparatoria con dei trafficanti, che avrebbero poi nascosto il cadavere, ma la procura ha negato la loro versione. I giudici hanno stabilito che non ci fu alcuno scontro a fuoco. Le condanne pronunciate sono di 66 anni di detenzione per un agente e tra 33 e 36 anni per gli altri. Tuttavia, nessuno di loro sconterà più di 30 anni, periodo massimo previsto dalla legge brasiliana.

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