Ginevra (Svizzera), 13 set. (LaPresse/AP) – Al via a Ginevra la seconda giornata di colloqui sulla Siria. Nella sede delle Nazioni unite si sono incontrati il segretario di Stato americano, John Kerry, e il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, insieme all’inviato speciale di Onu e Lega araba, Lakhdar Brahimi. Oggetto dei colloqui, in particolare, i dettagli del piano proposto da Mosca per mettere le armi chimiche di Damasco sotto il controllo internazionale e poi procedere alla loro distruzione. Intanto in un hotel poco distante si teneva un meeting fra esperti tecnici di Russia e Usa per esaminare i dettagli della tempistica del piano.
All’arrivo stamattina, rispondendo a chi gli chiedeva dell’incontro di ieri con Lavrov, Kerry ha risposto: “È stato un colloquio costruttivo”. Al termine del meeting, che è durato circa un’ora, Kerry e Lavrov, parlando con i giornalisti con Brahimi presente, i due hanno annunciato che si incontreranno a New York verso la fine del mese per provare a fissare una data per la conferenza di pace di Ginevra 2 sulla Siria. Le possibilità di una seconda conferenza di pace sulla Siria a Ginevra “dipenderanno ovviamente dalla capacità di successo qui”, ha detto Kerry. La conferenza di Ginevra 1 si è tenuta a giugno del 2012 e Lavrov ha detto che è una circostanza “molto sfortunata il fatto che per così tanto tempo il comunicato di Ginevra sia stato abbandonato”.
Ieri hanno avuto luogo prima un incontro fra Kerry e Brahimi e poi uno fra Kerry e Lavrov. Il capo della diplomazia statunitense è sembrato prudente sull’apertura mostrata da Bashar Assad, affermando che “le parole non bastano” perché dovranno seguire i fatti. Kerry ha inoltre ricordato che in caso di fallimento di questa strada diplomatica gli Stati Uniti attaccheranno la Siria. Diversa la posizione espressa da Lavrov, che torna a escludere l’ipotesi dell’intervento militare: “Partiamo dal fatto che la soluzione a questo problema renderà non necessario qualsiasi attacco alla Siria e io sono convinto che i nostri colleghi americani, come ha detto il presidente Obama, sono fermamente convinti che dovremmo seguire una strada pacifica di risoluzione al conflitto in Siria”.
Giovedì la Siria ha presentato all’Onu la richiesta formale per aderire alla Convenzione sulle armi chimiche. Le Nazioni unite hanno accolto l’iniziativa, facendo sapere tuttavia che sono necessari 30 giorni dalla presentazione perché Damasco diventi un membro effettivo. La mossa della Siria segue la svolta di lunedì, quando la Russia ha proposto di mettere l’arsenale chimico di Damasco sotto controllo internazionale per poi procedere al suo smantellamento in modo da evitare l’attacco militare degli Stati Uniti.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata