Washington (Usa), 19 set. (LaPresse/AP) – Il governo della Siria si atterrà all’accordo raggiunto da Stati Uniti e Russia per consegnare le armi chimiche e, in base alle stime, per distruggere le scorte ci vorranno un miliardo di dollari e all’incirca un anno di tempo. A dirlo il presidente siriano, Bashar Assad, in un’intervista rilasciata a Fox News a Damasco e trasmessa mercoledì. L’intervista è stata realizzata dall’ex deputato democratico Dennis Kucinich, collaboratore dell’emittente, e dal corrispondente di Fox News Greg Palkot.

La Siria, ha aggiunto il presidente, è pronta a fornire una lista di armi chimiche, dare agli esperti l’accesso ai siti e discutere con loro degli aspetti tecnici per la consegna delle armi, ma sarà un lavoro difficile. “Noi possiamo farlo domani”, ha affermato Assad, aggiungendo però che “non si tratta di volontà” ma “è questione di aspetti tecnici”. “Non abbiamo detto che aderiremo in modo parziale” al piano per mettere le armi chimiche sotto il controllo internazionale, ma “aderiamo in modo completo, abbiamo mandato la lettera, il documento, e siamo impegnati al pieno rispetto dell’accordo”, ha concluso a questo proposito.

Nel corso dell’intervista Assad è poi tornato a ribadire che la responsabilità dell’attacco chimico dello scorso 21 agosto alla periferia est di Damasco non è del governo siriano, ma dei ribelli. La conclusione della relazione degli ispettori Onu che ha trovato “prove chiare e convincenti” dell’uso di sarin in Siria ha dipinto un racconto “irrealistico”; il rapporto non ha individuato responsabilità dell’uso di armi chicmiche, ma secondo Francia, Usa e Regno Unito gli elementi raccolti (soprattutto tipo di razzi usati, composizione del sarin e traiettoria dei missili) riconducono al regime di Assad come responsabile. “L’intera storia non regge”, ha detto il presidente siriano a Fox News. “Non è realistico, non abbiamo usato armi chimiche a Ghouta”, ha aggiunto. Ghouta è il nome del sobborgo a est di Damasco in cui è avvenuto l’attacco chimico di agosto.

Secondo Assad invece le forze d’opposizione, alle quali si sono uniti i jihadisti, potrebbero avere avuto accesso al sarin. “Il sarin è chiamato gas da cucina, sa perché?”, ha chiesto. “Perché chiunque può fare il sarin in casa sua, qualunque ribelle può farlo”, ha spiegato, aggiungendo che “in secondo luogo noi sappiamo che tutti i ribelli sono sostenuti da governi, quindi ogni governo che ha queste armi può consegnarle”.

Infine un riferimento a Barack Obama. Assad ha detto di non averci mai parlato e, rispondendo poi alla domanda sul se voglia farlo, ha affermato che dipende dal contenuto della conversazione. “Non si tratta di una chiacchierata”, ha detto, aggiungendo che il messaggio che rivolgerebbe a Obama sarebbe di “seguire il senso comune” del popolo americano.

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