di redazione web,
19 Settembre 2013 14:45
Valdai (Russia), 19 set. (LaPresse/AP) – La Russia ha forti basi per credere che i ribelli siriani siano responsabili dell’attacco chimico avvenuto il 21 agosto alle porte di Damasco. Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin. “Abbiamo ragione di credere – ha affermato – che sia stata una provocazione, subdola e ingegnosa”. I responsabili, ha tuttavia aggiunto, si sono affidati a una tecnologia “primitiva”, usando munizioni prodotte in Unione Sovietica che non sono più utilizzate dall’esercito di Damasco. Il numero uno del Cremlino ha quindi espresso ottimismo in merito alla possibilità che il presidente siriano Bashar Assad rispetti i piani russi per la Siria, cedendo le armi chimiche ed evitando così un attacco americano. Le azioni di Damasco, ha proseguito, non danno più ragione di credere che l’iniziativa venga messa in atto.
Putin si è poi concentrato sulla fattibilità dell’accordo raggiunto da Russia e Usa sulle armi chimiche siriane. “Non posso garantire al cento per cento -ha detto – che porteremo (l’accordo, ndr) a termine, ma quello che abbiamo visto nei giorni scorsi ci ha dato fiducia sul fatto che avverrà”. Mosca, ha insistito il presidente, si è fortemente opposta a un eventuale attacco americano contro la Siria perché esso violerebbe i principi base della legge internazionale e minerebbe il ruolo dell’Onu, non perché vuole mantenere Bashar Assad al potere. “Non abbiamo interessi esclusivi in Siria che cerchiamo di proteggere difendendo l’attuale governo. Ci stiamo sforzando di preservare i principi del diritto internazionale”, ha aggiunto il numero uno del Cremlino.
Nel corso dei colloqui con i leader occidentali, ha spiegato, questi non hanno risposto alla domanda su cosa farebbero se i militanti legati ad al-Qaeda alla fine rovesciassero Assad e salissero al potere in Siria. “Che senso ha lanciare un attacco se non sai come finirà?”, ha chiesto il presidente russo.
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