New York (New York, Usa), 27 set. (LaPresse/AP) – Dopo due anni e mezzo di guerra e di stallo a livello diplomatico, la comunità internazionale ha trovato il primo vero accordo sulla Siria. È quello raggiunto ieri sera dai cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’Onu, sulla bozza di risoluzione relativa all’arsenale di armi chimiche di Damasco. Un documento ha saputo appianare le divergenze tra Usa, Russia, Regno Unito, Francia e Cina, e che nella notte è stato presentato agli altri 10 membri del Consiglio. Ora la bozza, che non prevede direttamente l’applicazione del Capitolo VII della Carta dell’Onu in caso di non rispetto da parte della Siria, è in attesa di andare al voto. Quest’ultimo potrebbe avvenire già in serata, in attesa però delle decisioni dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac) che deve adottare il piano per mettere in sicurezza e distruggere le riserve siriane.
VOTO FORSE GIA’ IN SERATA. I tempi del voto sulla risoluzione dipendono da come l’intero gruppo dei membri del Consiglio risponderà al documento, ma soprattutto da quando l’Opac adotterà il piano. La bozza chiede a Damasco di rinunciare all’arsenale e permettere libero accesso agli esperti, richieste poste come legalmente vincolanti. Così come vincolante sarà il testo della dichiarazione dell’Opac. Il consiglio esecutivo dell’Organizzazione si incontrerà oggi all’Aia, in Olanda, per concordare il documento. Un’adozione definitiva tra i suoi 41 membri consentirebbe al Consiglio di sicurezza di procedere al voto già questa sera.
TESTO VINCOLANTE MA NON PREVEDE USO FORZA. Secondo quanto riportano l’ambasciatore britannico all’Onu Mark Lyall Grant e un alto funzionario del dipartimento di Stato Usa, la bozza è “vincolante e applicabile”. Tuttavia, il testo, ottenuto da Associated Press, chiarisce che non ci sono misure di esecuzione se la Siria non la rispetterà. Gli ambasciatori di Russia, Usa e Regno Unito confermano che in questa eventualità sarebbe necessaria una seconda risoluzione in cui includere il Capitolo VII che prevede l’uso di mezzi militari e non militari per promuovere la pace e la sicurezza. Per Lyall Grant, tuttavia, il forte linguaggio del testo richiede ai membri di agire. I negoziati sono stati molto duri, soprattutto sul punto del Capitolo VII. Russia e Cina in precedenza hanno bocciato tre risoluzioni presentate da Paesi occidentali. Secondo Lyall Grant la bozza è un “testo innovativo” perché per la prima volta determina che “l’uso delle armi chimiche ovunque costituisce una minaccia alla pace internazionale e alla sicurezza”. E poi, in un chiaro riferimento alla Russia, l’ambasciatore ha aggiunto che “se Assad pensava di potersi nascondere dietro ad alcuni membri del Consiglio di sicurezza, dovrà ricredersi”.
GB: SIAMO SCESI A COMPROMESSI. Lyall Grant ha poi ammesso che ci sono stati dei compromessi e che il Regno Unito avrebbe voluto un linguaggio più forte sugli abusi sui diritti umani e una decisione da parte del Consiglio per deferire i perpetratori degli attacchi con armi chimiche alla Corte penale internazionale, per un processo per crimini di guerra. Di questo si è discusso ma, spiegano i diplomatici, la Russia ha posto obiezioni. Per cui la bozza recita solo che il Consiglio di sicurezza “esprime la forte convinzione che gli individui che hanno fatto uso di armi chimiche nella Repubblica araba siriana devono essere ritenuti responsabili”. Il testo inoltre impedisce alla Siria di possedere armi chimiche e condanna “nei termini più forti” l’uso di agenti chimici nell’attacco dello scorso 21 agosto e in altre occasioni. Quindi impedisce a ogni altro Paese di dotarsi di armi chimiche o della tecnologia per produrle.
SI’ A TRANSIZIONE POLITICA E CONFERENZA GINEVRA 2. Il testo autorizza inoltre l’Onu a inviare un team per assistere le attività dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche in territorio siriano. E chiede al segretario generale Ban Ki-moon di presentare raccomandazioni al Consiglio di sicurezza entro dieci giorni dall’adozione del testo sul ruolo dell’Onu nell’eliminazione del programma siriano delle armi chimiche. Il Consiglio riesaminerà la conformità con i piani dell’Opac entro 30 giorni e poi ogni mese. La bozza inoltre sostiene con forza una transizione politica in Siria e chiede che una nuova conferenza internazionale venga convocata “prima possibile”. Infine, chiede a “tutte le parti siriane di impegnarsi seriamente e in modo costruttivo” nella nuova conferenza di Ginevra ed essere impegnate “nel raggiungimento della stabilità e della conciliazione”.
USA: 2 SETTIMANE FA QUESTO ACCORDO IMPENSABILE. Soddisfatti gli Stati Uniti. “Solo due settimane fa – ha commentato l’ambasciatrice Usa all’Onu, Samantha Power – il risultato di questa notte sembrava del tutto inimmaginabile. Due settimane fa il regime siriano non riconosceva nemmeno l’esistenza del suo arsenale di armi chimiche”. “Se applicata pienamente – ha aggiunto – questa risoluzione eliminerà uno dei più grandi non dichiarati programmi di armi chimiche al mondo”.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata