Tirana (Albania), 3 ott. (LaPresse/AP) – L’ex premier britannico Tony Blair sarà consulente dell’Albania negli sforzi per aderire all’Unione europea. Lo ha annunciato il primo ministro dell’Albania, Edi Rama, spiegando che Blair “personalmente, totalmente e volontariamente” fornirà consulenza al governo e lo aiuterà con la sua “straordinaria esperienza e genialità politica”. L’annuncio è giunto nel corso di una visita di Blair a Tirana. Secondo quanto riferisce il portavoce di Rama, Endri Fuga, il governo non pagherà la consulenza di Blair, ma cercherà finanziamenti da parte delle istituzioni internazonali per la squadra di assistenti di Blair che resterà di stanza nella capitale albanese.

“La grande sfida con il governo oggi è portare a compimento le cose”, ha detto l’ex premier britannico nel corso di una conferenza stampa congiunta, aggiungendo che aderire all’Ue è una prospettiva “giusta e appropriata” per l’ex Paese comunista, che fino al 1990 è rimasto isolato. “L’orientamento in direzione dell’Europa è immensamente importante e personalmente mi piacerebbe vedere questo Paese unirsi alla famiglia dei Paesi europei”, ha affermato Blair. Rama ha giurato come primo ministro il mese scorso, dopo avere sconfitto il suo predecessore conservatore Sali Berisha nelle elezioni di giugno puntando anche sull’importanza dell’integrazione europea. Nel discorso di oggi, tuttavia, ha sottolineato che si tratta di un percorso difficile. “Non offro illusioni”, ha detto nel corso dell’incontro, aggiungendo che “l’integrazione europea è facile a dirsi ma molto difficile da attuare”. Prima dell’elezione Rama ha promesso di creare 300mila posti di lavoro e di ridurre la povertà.

Un recente sondaggio mostra che in Albania una persona su sette vive con meno di 2 dollari al giorno. L’Albania è uno dei Paesi più poveri dell’Ue, con un salario medio di 36,482 lek al mese, pari a 361 dollari. Tirana ha presentato la sua candidatura per l’adesione all’Ue per la prima volta nel 2009, quando è entrata a far parte della Nato. Bruxelles ha però respinto la domanda due volte, chiedendo risultati migliori nella lotta alla corruzione e al crimine organizzato e chiedendo anche di adottare riforme democratiche.

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