Beirut (Libano), 4 ott. (LaPresse/AP) – La Turchia “pagherà caro” il fatto che permette a combattenti stranieri di entrare in Siria dal suo territorio per lottare contro le forze governative siriane. Così il presidente siriano, Bashar Assad, ha attaccato il premier turco Recep Tayyip Erdogan nel corso di un’intervista lasciata alla televisione privata turca Halk tv. Erdogan è uno dei politici più critici nei confronti di Assad fin da quando è scoppiata la rivolta contro il governo di Damasco a marzo del 2011.

“Questo governo, rappresentato da Erdogan, è responsabile del sangue di decine di migliaia di siriani ed è responsabile della distruzione delle infrastrutture della Siria”, ha detto Assad, aggiungendo che Ankara è a suo parere “responsabile di mettere in pericolo la sicurezza della regione, e non solo della Siria”. Poi ha concluso: “Non potete nascondere terroristi nelle vostre tasche, sono come uno scorpione, che alla fine vi pungerà”. Secondo Assad musulmani estremisti di oltre 80 Paesi arrivano in Siria passando attraverso il confine con la Turchia.

Assad ha anche parlato delle elezioni del prossimo anno, dicendo che ritiene sia ancora troppo presto per dire se si candiderà per ottenere un terzo mandato da sette anni. “Il quadro sarà più chiaro” nei prossimi quattro o cinque mesi perché la Siria sta attraversando “rapidi” cambiamenti sul terreno, ha detto Assad, aggiungendo che sentirà che i siriani non lo vogliono allora “non si candiderà”. “Se avrò la sensazione nel periodo prossimo che il popolo siriano vuole che io sia presidente correrò per l’incarico” mentre “se la risposta è no non mi candiderò e non ci vedrò alcun problema”, ha spiegato il presidente siriano.

Infine un riferimento al fratello, Maher Assad, per smentire le voci secondo le quali sarebbe rimasto ferito in un tentativo di omicidio. “Tutte le voci sulla nostra famiglia durante la crisi sono bugie senza fondamento”, ha detto Assad, aggiungendo sul conto del fratello che “è presente e sta svolgendo il suo lavoro, al suo posto e in buona salute”. Maher Assad, fratello minore del presidente, è un generale di brigata dell’esecito e comanda una forza d’elite incaricata di proteggere Damasco dai ribelli nelle periferie della capitale. Molti ritengono che abbia avuto un ruolo fondamentale nel coordinamento della campagna contro le rivolte nei primi mesi delle proteste, nel 2011. Fra gli attivisti di opposizione si è inoltre creato la reputazione di capo brutale.

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