Nobel Fisica a Englert e Higgs, padri della particella di Dio

Stoccolma (Svezia), 8 ott. (LaPresse/AP) – Il premio Nobel per la Fisica è stato assegnato a François Englert e Peter Higgs, padri della cosiddetta particella di Dio. L’annuncio è stato dato dall’Accademia svedese delle scienze, in ritardo di oltre un’ora rispetto al previsto. I due scienziati, il belga Englert e il britannico Higgs, sono stati premiati per “la scoperta teorica di un meccanismo che contribuisce alla nostra comprensione dell’origine della massa di particelle subatomiche”, si legge nelle motivazioni. Englert e Higgs teorizzarono l’esistenza della particella di Dio negli anni ’60, per rispondere all’interrogativo sul perché la materia abbia massa. Sono passati decenni prima che lo scorso anno il Cern di Ginevra confermasse la sua esistenza, con la scoperta del bosone di Higgs, ha scritto nelle motivazioni l’Accademia.

“Sono senza parole nel ricevere questo premio, ringrazio l’Accademia reale svedese” e “spero che questo riconoscimento della scienza fondamentale contribuisca a aumentare la consapevolezza sul valore della ricerca di base”. Così Higgs ha commentato l’assegnazione del premio, in una nota diffusa dall’Università di Edimburgo. L’Accademia, intanto, ha fatto sapere di aver tentato di contattare telefonicamente lo scienziato, che non ha però risposto a nessuno dei numeri che aveva fornito. Non è però stato specificato se questo sia il motivo per cui l’annuncio dei destinatari del Nobel sia stato dato in ritardo rispetto a quanto programmato.

“Sono emozionato che quest’anno il premio Nobel sia andato alla fisica delle particelle”, questo momento “segna il culmine di decenni di sforzi intellettuali di molte persone in tutto il mondo”, ha commentato il direttore del Cern di Ginevra, Rolf Heuer. La scoperta del bosone di Higgs l’anno scorso nell’istituto di Ginevra ha infatti confermato i precedenti risultati dei due scienziati. Ma nessuno al Cern è stato chiamato a sono invece stati migliaia gli scienziati che hanno lavorato alla scoperta. Trovare la particella ha infatti richiesto il lavoro di migliaia di persone e montagne di dati provenienti da migliaia di miliardi di collisioni di protoni. Per questa attività è stato usato il Large Hadron Collider, anello di magneti lungo 27 chilometri in cui i due fasci di protoni si scontrano creando energie che simulano quelle immediatamente successive al Big Bang. Solo una collisione ogni mille miliardi produce un bosone di Higgs.