Gerusalemme, 14 ott. (LaPresse/AP) – Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu sta facendo “un vero sforzo” per raggiungere la pace con i palestinesi, ma “non rinuncerà agli interessi nazionali” dello Stato ebraico solo per generare titoli positivi nei giornali oppure per essere applaudito dai leader mondiali. In un discorso tenuto al Parlamento, Netanyahu non ha rivelato se ci siano stati dei progressi nei negoziati di pace e ha ribadito l’appello ai palestinesi affinché riconoscano Israele come la patria degli ebrei. I palestinesi si rifiutano di farlo, affermando che in questo modo sarebbero compromessi i diritti degli arabi israeliani e dei rifugiati palestinesi. Un futuro accordo di pace, ha dichiarato Netanyahu, dovrebbe riconoscere i diritti di sicurezza di Israele. Il premier ha infine escluso qualsiasi ruolo delle forze internazionali nell’applicazione dell’accordo.

Netanyahu ha inoltre ribadito che un eventuale accordo sarà sottoposto a un referendum popolare. “Non rinuncerò – ha dichiarato il premier – ai nostri interessi nazionali in cambio di un bel titolo in qualche giornale oppure per ricevere applausi dalla comunità internazionale. Queste cose passano velocemente, ma noi dobbiamo conservare i nostri interessi nazionali per sempre ed è questo che faremo”. Alcuni deputati arabi hanno interrotto Netanyahu mentre parlava dell’antico legame degli ebrei con Israele. Il leader dell’opposizione, Shelly Yacimovich, ha invece chiesto chiarimenti sulla visione della pace di Netanyahu. “Ci dica – ha domandato – cosa sta succedendo nei colloqui con i palestinesi, ci aggiorni. Avete parlato delle questioni di base? Se no, di cosa avete parlato?”.

Yacimovich ha poi aggiunto che “sono rimasti sei mesi”, un riferimento al termine dei colloqui previsto per aprile 2014, e ha chiesto quale sia la probabilità che venga raggiunto un accordo finale. Intanto Hanan Ashrawi, un ufficiale palestinese, ha accusato Netanyahu di voler far fallire i colloqui “insistendo che i palestinesi rinuncino ai loro diritti”. “Penso – ha dichiarato – che si tratti di condizioni impossibili, poste deliberatamente per iniziare un gioco in cui uno dà la colpa all’altro, mentre lui (Netanyahu, ndr) distrugge i negoziati e ne ostacola l’esito assicurando che questi colloqui falliranno”.

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