Washington (Usa), 15 ott. (LaPresse/AP) – Mentre il governo degli Stati Uniti entra nel 15esimo giorno di shutdown e si avvicina sempre più al rischio default, si aprono spiragli per un possibile accordo sull’innalzamento del tetto del debito oltre la soglia dei 16.700 miliardi di dollari. Da settimane il Tesoro americano avverte che il 17 ottobre, cioè giovedì, gli Usa esauriranno la propria abilità di ripagare il debito. Ma ora alcune fonti del Congresso prevedono che, dopo i colloqui tenuti ieri, il leader della maggioranza al Senato Harry Reid e il leader repubblicano Mitch McConnell potrebbero firmare un accordo in giornata, ad appena due giorni dalla scadenza per il default. Secondo le indicazioni, un’intesa in questo senso riaprirebbe il governo fino al 15 gennaio e permetterebbe al Tesoro di continuare a ripagare il debito fino a inizio-metà febbraio. Intanto oggi i leader della Camera parleranno con i giornalisti alle 10 ora locale (le 16 in Italia).
Da quanto riporta il senatore repubblicano Bob Corker, il nocciolo della questione è proprio quello che hanno discusso Reid e McConnell. Il primo ieri si è detto “molto ottimista” sul raggiungimento di un accordo, e così il collega repubblicano. “Alcune discussioni sono state molto utili”, ha detto McConnell dopo l’incontro di circa mezz’ora con Reid. Inoltre il confronto con la Camera sta continuando e il piano potrebbe venire finalizzato oggi a mezzogiorno al più presto. Molti conservatori alla Camera non sono felici del contesto che sta emergendo, anche se bisogna vedere se cercheranno di modificarlo. In seguito alle previsioni di un buon risultato nei negoziati tra Reid e McConnell ieri i mercati hanno reagito positivamente.
Con lo shutdown, scattato a inizio mese, 350mila lavoratori federali continuano a restare in congedo, diversi servizi governativi sono sospesi e per esempio l’Irs non può procedere ai rimborsi di tasse pagate in eccesso. Nel fine settimana è stato raggiunto un accordo per riaprire, grazie all’impegno economico dei singoli Stati, alcuni siti famosi, come la Statua della libertà a New York e il parco del Grand Canyon in Arizona, ma numerosi altri monumenti e parchi restano chiusi. Gli economisti hanno lanciato un allarme per lo storico allarme default. C’è il “rischio di scivolare ancora una volta in una recessione” dopo la ripresa post 2008, ha detto ieri la direttrice del Fondo monetario internazionale (Fmi), Christine Lagarde.
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