Pristina (Kosovo), 2 nov. (LaPresse/AP) – Le elezioni locali di domani in Kosovo proveranno la maturità politica del Paese, mentre Pristina si sforza di appianare le tensioni con la Serbia e aspira a entrare nell’Unione europea. Così il presidente del Kosovo, Atifete Jahjaga, in un’intervista rilasciata ad Associated Press a un giorno dal voto. Il riferimento è al fatto che domani si voterà anche nel nord del Paese, a maggioranza serba, dopo l’accordo fra Pristina e Belgrado raggiunto in primavera con la mediazione dell’Ue. Il Kosovo, circa 1,8 milioni di abitanti, nel 2008 ha dichiarato unilateralmente la sua indipendenza dalla Serbia, mossa non riconosciuta da Belgrado. Il Paese è abitato da una maggioranza di etnia albanese, ma nel nord risiede prevalentemente la minoranza serba.
Dopo la dichiarazione di indipendenza del 2008 i serbi del Kosovo hanno sempre boicottato le elezioni come segno di mancato riconoscimento delle istituzioni kosovare, ma nei recenti colloqui per la normalizzazione dei rapporti mediati dall’Ue, Pristina e Belgrado si sono accordati per convincere i serbi del Kosovo a porre fine al boicottaggio e andare al voto. Le elezioni di domani saranno dunque le prime dal 2008 in cui i serbi andranno alle urne.
Belgrado e Pristina si sono accordate per appianare le differenze fra le loro posizioni in modo da sbloccare i finanziamenti europei e fare passi avanti nelle procedure di adesione all’Ue. Tuttavia molti serbi del Kosovo considerano il voto di domani un tradimento e molti albanesi sostengono che le elezioni spianeranno la strada a una ripartizione etnica nel Paese, dando ai serbi maggiore autonomia. Ieri il vice primo ministro serbo, Aleksandar Vucic, ha invitato i serbi residenti in Kosovo a non boicottare le urne, ricordando che il voto aiuterà la minoranza serba a decidere del proprio futuro.
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