Dakar (Senegal), 2 nov. (LaPresse/AP) – Due giornalisti francesi dell’emittente Radio France Internationale (Rfi) sono stati rapiti e uccisi oggi a Kidal, nel nord del Mali. Le vittime sono Ghislaine Dupont, di 51 anni, e Claude Verlon, di 58 anni, e pare siano stati sgozzati. I due sono stati prelevati da uomini armati subito dopo un’intervista in casa del leader del Movimento nazionale per la liberazione dell’Azawad (Mnla), Ambeiry Ag Rhissa, ma al momento non ci sono certezze sui responsabili. Il presidente francese, François Hollande, ha espresso indignazione e ha convocato per domani i ministri chiave del suo governo per provare a far luce sull’accaduto. Intanto sul campo è in corso un’indagine delle autorità maliane.
RAPIMENTO A KIDAL. Il rapimento è avvenuto intorno alle 13 di oggi ora locale, subito dopo un’intervista nella casa di Ambeiry Ag Rhissa, leader del Movimento per la liberazione dell’Azawad (Mnla). Secondo quanto riporta il sito di Rfi, lo stesso Ambéry Ag Rissa ha sentito un rumore sospetto sulla strada e dei colpi di arma da fuoco esplosi contro il veicolo dei giornalisti; a quel punto ha aperto la porta e ha visto i rapitori che facevano salire i due reporter a bordo di un 4×4 beige. I sequestratori avrebbero allora minacciato l’uomo, intimandogli di rientrare in casa.
RITROVAMENTO DEI CORPI SGOZZATI A KIDAL. I corpi senza vita dei giornalisti sono stati ritrovati sgozzati a pochi chilometri da Kidal, lungo la strada che porta a Tinessako, a est della città. “Dalle informazioni che ho, avevano la gola tagliata”, ha riferito Lassana Camara, vice prefetto di Tinessako.
IPOTESI SUI RESPONSABILI. Nessuna certezza sui responsabili, ma la pista privilegiata è quella degli islamisti. “Non sappiamo per certo chi li abbia rapiti, ma le notizie che sentiamo indicano che si trattava di islamisti”, ha proseguito il vice prefetto di Tinessako, aggiungendo che è in corso un’indagine. Un membro dell’esercito maliano coinvolto nelle indagini, il tenente colonnello Oumar Sy, afferma che la pista sembra puntare verso il Movimento nazionale per la liberazione dell’Azawad, di cui Kidal è il quartier generale. “Siamo in una città che è de facto nelle mani dell’Mnla, apprendiamo che queste povere persone sono state prelevate di fronte alla casa del leader dell’Mnla, nessuno alza un dito per difenderli, a che conclusione giungereste?”, ha detto il tenente colonnello.
IL RICORDO DI RADIO FRANCE INTERNATIONALE. La redazione di Radio France Internationale è “sotto choc, profondamente rattristata, indignata e arrabbiata” per quanto successo ai due inviati speciali. In una note l’emittente descrive Ghislaine Dupont, 51 anni, come una giornalista “appassionata del suo lavoro e del continente africano, del quale si occupava da quando ha cominciato a lavorare con Rfi nel 1986”. Claude Verlon, 58 anni, viene invece ricordato come un reporter “abituato alle difficoltà sul terreno in giro per il mondo”. Per i due giornalisti, ricorda l’emittente, si trattava della seconda missione a Kidal; a luglio si erano infatti già recati nella stessa città per seguire il primo turno delle elezioni presidenziali.
HOLLANDE INDIGNATO. Il presidente francese, François Hollande, ha espresso la sua “indignazione per questo atto odioso” e ha poi avuto un colloquio telefonico con il presidente del Mali, Ibrahim Boubacar Keita. I due leader, ha fatto sapere l’Eliseo, si sono accordati per “proseguire senza allentare la lotta contro i gruppi terroristici che restano presenti nel nord del Mali”. Hollande ha inoltre convocato per domani i ministri chiave del suo governo, come primo passo per risalire a come e perché i due reporter siano stati uccisi.
L’INTERVENTO MILITARE FRANCESE CONTRO AL-QAEDA. I ribelli del Movimento nazionale per la liberazione dell’Azawad avevano invaso il nord del Mali lo scorso anno, ma successivamente sono stati cacciati dai combattenti di al-Qaeda nella regione. A gennaio la Francia ha lanciato un intervento militare in Mali per provare a cacciare i jihadisti dal nord del Paese. Parigi è riuscita nell’intento in tutta la zona, ripristinando il potere del governo centrale maliano, ma con l’eccezione proprio di Kidal. Qui infatti, nonostante le forze dell’esercito siano arrivate quest’estate, sono rimaste confinate all’interno della loro base senza potere pattugliare le strade, dal momento che le vie sono presidiate perlopiù dai ribelli dell’Mnla.
AL-QAEDA NEL MAGHREB. Dal 2003 il nord del Mali è stata una base per la branca nordafricana di al-Qaeda, cioè al-Qaeda nel Maghreb islamico (Aqmi), che ha usato gli ampi deserti a nord di Kidal per addestrare combattenti, ammassare armi e prepararsi alla guerra. I militanti hanno foraggiato le loro operazioni tramite i rapimenti di occidentali, soprattutto di nazionalità francese. La società di global intelligence Stratfor stima che Aqmi abbia portato avanti dal 2003 almeno 18 rapimenti, per un totale di riscatti pagati pari a 89 milioni di dollari. Al-Qaida nel Maghreb islamico si è inserito nel nord del Mali anche stringendo alleanze con i Tuareg, che negli ultimi 50 anni hanno combattuto per l’indipendenza. Diversi comandanti di Aqmi si ritiene siano Tuareg nati in Mali, con legami sia con Kidal, sia con l’Mnla.
IL RILASCIO DEI 4 FRANCESI RAPITI IN NIGER. Questa settimana sono stati rilasciati quattro cittadini francesi che erano stati rapiti da Aqmi in Niger tre anni fa e tenuti in ostaggio in Mali. Secondo Pascal Lupart, a capo di un’associazione che rappresenta amici e familiari degli ostaggi del gruppo, sarebbe stato pagato un riscatto di oltre 10 milioni di euro.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata