Istanbul (Turchia), 26 nov. (LaPresse/AP) – Il Consiglio d’Europa accusa la Turchia di ampie violazioni dei diritti umani commesse dalla polizia durante le proteste antigovernative di quest’anno, scoppiate a maggio contro il piano di abbattere 600 alberi a Gezi Park a Istanbul nell’ambito di un progetto di riammodernamento di piazza Taksim. A denunciare le violazioni è il commissario per i diritti umani presso il Consiglio d’Europa, Nils Muiznieks, il quale aggiunge che su molte delle segnalazioni non sono state compiute indagini. “Il commissario ritiene che l’impunità delle forze dell’ordine che commettono violazioni dei diritti umani sia un problema radicato in Turchia”, ha detto Muiznieks. La relazione giunge in un momento particolare, a poche settimane dalla ripresa dei negoziati fra Ue e Turchia per l’adesione, cominciati nel 2005 e che erano in stallo da tre anni.

Le manifestazioni contro il taglio degli alberi di Gezi Park cominciarono il 27 maggio e, dopo un violento intervento della polizia per disperdere il sit-in con lacrimogeni e cannoni ad acqua, il 31 maggio le proteste si trasformarono in cortei contro il governo e si estesero a diverse città del Paese, tra cui Ankara e Smirne. Dura la repressione della polizia: cinque manifestanti rimasero uccisi e i feriti furono migliaia.

“Ci sono serie, consistenti e credibili accuse di uso eccessivo della forza, in particolare uso improprio di gas lacrimogeni e trattamento dei malati durante e dopo gli scontri”, ha detto Muiznieks, aggiungendo che “questo solleva preoccupazioni molto gravi che richiedono risposta da parte delle autorità turche”. Il ministero della Giustizia della Turchia non ha rilasciato commenti sulla relazione. Il Consiglio d’Europa ha annunciato anche che, in caso di mancato avvio di indagini indipendenti, numerosi casi saranno deferiti alla Corte europea per i diritti dell’uomo, che supervisiona l’applicazione della Convenzione europea per i diritti dell’uomo che è stata firmata da 47 membri del Consiglio d’Europa, compresa la Turchia. Preoccupazione è stata sollevata anche per numerosi casi di maltrattamento di giornalisti che coprivano le proteste e per la decisione del governo turco di indagare su gruppi di medici e avvocati che aiutavano i dimostranti. “Il commissario esprime profonda preoccupazione per un clima di paura di rappresaglie da parte delle autorità amministrative e giudiziarie per il coinvolgimento non violento negli eventi di Gezi Park”, si legge ancora sul documento.

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