Washington (Usa), 31 gen. (LaPresse/AP) – Il dipartimento di Stato americano non solleva alcuna obiezione dal punto di vista ambientale alla costruzione dell’oleodotto Keystone XL da 7 miliardi di dollari, che dovrebbe trasportare il petrolio dal Canada agli Stati Uniti. Il petrolio dovrebbe essere estratto dalle sabbie bituminose della provincia canadese dell’Alberta, che con i suoi 170 miliardi di barili di greggio provati ha le terze riserve di petrolio più grandi al mondo, e poi arrivare fino alla costa del Texas sul Golfo del Messico. Nel rapporto ambientale pubblicato oggi, il dipartimento afferma che le sabbie bituminose probabilmente verrebbero sviluppate al di là dell’ok usa all’oleodotto e che le altre opzioni per ottenere il petrolio dal Canada e portarlo fino alle raffinerie del Texas sono peggiori dal punto di vista ambientale.

Il documento sembra dunque esprimersi a favore dell’oleodotto, pur non raccomandando esplicitamente l’approvazione del progetto, e offre all’amminstrazione Obama la copertura politica necessaria qualora decidesse di appoggiare il piano nonostante l’opposizione di gruppi ambientalisti e di molti democratici. L’approvazione del progetto da parte del dipartimento di Stato è necessaria perché l’oleodotto attraverserebbe il confine Usa, ma una decisione non è attesa prima dell’estate. L’impianto sarebbe lungo complessivamente 1.900 chilometri. Il piano è diventato il principale simbolo del dibattito politico sul cambiamento climatico: i contrari sostengono che l’oleodotto porterebbe a un aumento delle emissioni di CO2 ed evidenziano i rischi di perdite di petrolio; da un’altra parte invece repubblicani e sindacati sono favorevoli sottolineando che si creerebbero migliaia di posti di lavoro e si darebbe un contributo all’indipendenza energetica del Nord America.

A gennaio del 2012 Barack Obama bloccò il Keystone XL dicendo che non aveva avuto abbastanza tempo per rivedere il progetto e rimandò quindi la decisione al suo secondo mandato. L’iniziale rifiuto di Obama era stato preso molto male in Canada, le cui esportazioni energetiche sono dirette per il 97% negli Stati Uniti. L’oleodotto è fondamentale per il Canada, che ha bisogno di infrastrutture per l’esportazione del suo petrolio derivato da sabbie bituminose.

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