Srinagar (Kashmir, India), 9 feb. (LaPresse/AP) – Tensioni a Srinagar, nella parte del Kashmir controllata dall’India. I separatisti, che vogliono unirsi al Pakistan, hanno indetto tre giorni di sciopero per commemorare le esecuzioni di due indipendentisti, avvenute a Nuova Delhi, e il governo indiano ha dispiegato migliaia di soldati nelle strade per far rispettare il coprifuoco. Per evitare proteste le autorità hanno arrestato circa 200 noti attivisti separatisti e hanno messo i loro leader agli arresti domiciliari. Molti cittadini sono rimasti a casa, ma alcune decine di indipendentisti del ‘Fronte di Liberazione del Jammu e Kashmir’ hanno sfidato il divieto di uscire e hanno provato a manifestare nel centro della città, gridando ‘Vogliamo libertà’ e ‘Ridateci i corpi dei nostri martiri’.

I tre giorni di protesta sono stati indetti appunto in ricordo di due separatisti: Mohammed Afzal Guru e Mohammed Maqbool Butt. Il primo è stato ucciso segretamente per impiccagione il 9 febbraio del 2013 in un carcere di Nuova Delhi, in quanto accusato di essere coinvolto in un attacco del 2001 al Parlamento in cui morirono 14 persone, e molti in Kashmir ritengono che a Guru non sia stato garantito un processo equo; la condanna a morte del secondo indipendentista invece, Mohammed Maqbool Butt, era stata eseguita nello stesso carcere di Nuova Delhi nel 1984, con l’accusa di avere ucciso un funzionario dell’intelligence indiana. I separatisti chiedono di riavere indietro i corpi dei due per la sepoltura, mentre attualmente i loro resti sono stati sepolti in carcere. Il Kashmir è diviso fra una zona controllata dall’India, a prevalenza induista, e una a maggioranza musulmana, controllata dal Pakistan. I separatisti chiedono l’indipendenza del Kashmir indiano da Nuova Delhi e la possibilità di unirsi al confinante Pakistan.

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