Il Cairo (Egitto), 23 feb. (LaPresse/AP) – Il presidente deposto dell’Egitto, Mohammed Morsi, è tornato oggi in tribunale per una nuova udienza del processo che lo vede imputato per spionaggio. In aula il procuratore capo, Tamer el-Firgani, ha accusato Morsi di avere passato dei segreti di Stato alla Guardia rivoluzionaria dell’Iran. In particolare, secondo il procuratore, Morsi avrebbe inviato a Teheran una relazione sulle attività dei musulmani sciiti in Egitto. L’Iran è un Paese sciita. Si tratta della prima accusa così esplicita nel processo.

Con Morsi erano presenti in tribunale altri 35 membri dei Fratelli musulmani coimputati nel processo, tutti accusati di avere cospirato per destabilizzare il Paese e collaborato con gruppi militanti stranieri, compresi il palestinese Hamas e il libanese Hezbollah. Non c’erano invece gli avvocati della difesa, che nella precedente udienza avevano lasciato l’aula in segno di protesta contro il fatto che gli imputati erano stati messi in una gabbia di vetro insonorizzata. Al loro posto c’erano dei legali nominati d’ufficio. Il processo, cominciato il 16 febbraio, dovrebbe riprendere il 27 febbraio. Morsi rischia la condanna alla pena di morte.

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