Tokyo (Giappone), 11 mar. (LaPresse/AP) – Ricorre oggi il terzo anniversario del terremoto e dello tsunami che l’11 marzo del 2011 colpirono il nordest del Giappone e in cui persero la vita quasi 19mila persone. Alle 14:46 ora locale (le 6.46 in Italia), cioè nell’orario in cui avvenne il terremoto, il Paese si è fermato per un minuto di silenzio in ricordo delle vittime.

Il primo ministro giapponese Shinzo Abe e l’imperatore Akihito parleranno durante una cerimonia in ricordo delle vittime a Tokyo, mentre altri eventi commemorativi sono stati organizzati dai residenti nel nord del Paese. Nella città di Minamisanriku gli abitanti si sono radunati davanti all’ex sede del centro di prevenzione dei disastri, dove decine di impiegati persero la vita nello tsunami. I partecipanti alla cerimonia hanno pregato davanti a un piccolo tavolo sopra il quale sono stati appoggiati dei fiori, un statua di Buddha e dell’incenso. Una vasta zona della città lungo la costa è ancora deserta. A Minamisanriku, che prima del disastro contava 17.666 abitanti, persero la vita 619 persone e 217 risultano disperse. Il terremoto dell’11 marzo del 2011 fu il più forte mai registrato in Giappone. Lo tsunami seguito alla scossa distrusse numerose comunità situate lungo la costa e scatenò la crisi nucleare nella centrale di Fukushima Daiichi.

Oltre 100mila persone furono costrette a lasciare la zona intorno all’impianto a causa dell’alto livello di radiazioni. Complessivamente, circa 300mila persone persero le loro case a causa del disastro e sono ancora quasi 270mila i giapponesi che non possono tornare nelle proprie case a causa della contaminazione da radiazione. I lavori di ricostruzione stanno procedendo a rilento, anche se il governo ha destinato a questo scopo 25mila miliardi di yen (180 miliardi di euro), da usare entro marzo del 2016.

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