Tokyo (Giappone), 27 mar. (LaPresse/AP) – Taglio di capelli obbligatoriamente come quello di Kim Jong Un per i cittadini nordcoreani? La notizia è diventata virale sul web nelle ultime ore, ma sulla sua autenticità ci sono dubbi. A far venire fuori la storia è stata Radio Free Asia, emittente con sede a Washington e in parte finanziata dagli Stati Uniti. In un articolo, citando fonti anonime, la radio riferisce che alcune settimane fa da alcuni ranghi del Partito comunista nordcoreano è stata diffusa una direttiva non scritta che chiedeva agli studenti universitari di rasarsi i capelli sui lati, proprio come Kim Jong Un. Smentite arrivano però da quanto hanno visto i viaggiatori che di recente hanno visitato la repubblica comunista a nord del 38° parallelo, i quali non hanno notato masse di studenti con lo stesso taglio. “Ero laggiù qualche giorno fa, non ho visto niente del genere. Non è vero”, ha detto Simon Cockerell di Koryo Tours, che organizza viaggi di stranieri in Corea del Nord. Le sue parole sono confermate anche da un giornalista di Associated Press a Pyongyang, il quale non ha visto pettinature, per così dire di massa, fra gli studenti nella capitale.
Questa dell’acconciatura obbligatoria potrebbe dunque essere una delle tante notizie curiose che vengono fuori dalla Corea del Nord, in modi più o meno chiari, e poi si rivelano false. È certo, tuttavia, che la Nord Corea ha una sua precisa politica in fatto di moda. Un disertore che ha lasciato il Paese nel 2004, Choe Cheong-ha, riferisce che i membri dell’organizzazione giovanile gestita dallo Stato vengono periodicamente controllati per verificare chi non è vestito in maniera appropriata. Racconta in particolare che viene verificato se le persone indossano le spille obbligatorie con le immagini degli ex leader Kim Il Sung e Kim Jong Il e se si compiono eventuali violazioni, come per esempio indossare blue jeans e abiti legati al mondo inglese, o gonne sopra il ginocchio. Ma lo stesso Choe dice che le direttive sulle pettinature non sono una questione centrale, perché la maggior parte delle persone mantiene i capelli volontariamente ordinati e con tagli piuttosto conservatori.
Sebbene l’ultima trovata di internet appaia non corrispondere alla realtà, non sarebbe la prima volta che la Corea del Nord si muove per uniformare il taglio di capelli dei cittadini. Nel 2005 il governo si scagliò contro gli uomini con i capelli lunghi, descrivendoli anti-igienici e folli antisocialisti, e avviando una campagna soprannominata ‘tagliamoci i capelli secondo lo stile di vita socialista’. Il programma prevedeva che gli uomini non potessero avere i capelli lunghi più di cinque centimetri, con l’eccezione degli anziani, a cui era concesso di farli crescere per poter fare il riporto. La campagna affermava che i capelli lunghi intralciano l’attività cerebrale, togliendo aria ai nervi in testa. Tuttavia non spiegava perché alle donne fosse permesso di portare i capelli lunghi.