Berlino (Germania), 13 apr. (LaPresse/AP) – Per rispettare il limite dei 2 gradi di aumento delle temperature globali entro il 2100 stabilito nei colloqui dell’Onu, è necessario tagliare le emissioni di CO2 e gas serra del 40-70% entro il 2050. È quanto afferma il nuovo rapporto della Commissione intergovernativa sul cambiamento climatico (Ipcc) delle Nazioni unite, che si è riunita a Berlino.
AUMENTO RECORD DI EMISSIONI. Il panel avverte che invece al momento si sta andando nella direzione opposta: nonostante gli sforzi, afferma il documento, fra il 2000 e il 2010 la media delle emissioni globali è aumentata di un miliardo di tonnellate all’anno, a un ritmo più veloce dei decenni precedenti, raggiungendo “livelli senza precedenti”. L’Ipcc però, nelle 33 pagine di documento, non entra nel dettaglio di quali Paesi dovrebbero fare cosa. Il rapporto intende essere una guida scientifica ai negoziati dei governi per un nuovo accordo sul clima, che dovrebbe essere adottato l’anno prossimo.
STOP COMBUSTIBILI FOSSILI, PUNTARE SU EOLICO E SOLARE. Per tagliare le emissioni, l’Ipcc afferma che è necessario un cambiamento di rotta del sistema energetico: bisogna abbandonare petrolio e carbone, che generano le emissioni più alte, e quadruplicare l’energia derivante da fonti a emissioni zero o basse come il sole e il vento. Da quando le rilevazioni sono cominciate nel XIX secolo, le temperature globali sono aumentate di circa 0,8 gradi centigradi.
Le promesse dei governi nei colloqui sul clima dell’Onu di ridurre le emissioni entro il 2020 stanno mettendo il mondo su un percorso verso un riscaldamento globale di 3 gradi centigradi, afferma la relazione. La segretaria della Convenzione quadro dell’Onu sul cambiamento climatico, Christiana Figueres, che guida i colloqui, ha invitato i Paesi a innalzare le ambizioni collettive. “L’unico percorso sicuro è quello che prevede di arrivare a un mondo a zero impronta di carbonio nella seconda metà del secolo”, ha detto Figueres. Uno dei tre co-presidenti del gruppo di lavoro Ipcc, Ottmar Edenhofer, afferma che “c’è un chiaro messaggio da parte della scienza: evitare pericolose interferenze con il sistema climatico”.
ARGINARE RISCALDAMENTO GLOBALE COSTEREBBE 0,06% PIL. Il panel fornisce anche una stima di quanto costerebbe una transizione verso l’energia pulita. Arginare il riscaldamento globale, secondo l’Ipcc, porterebbe un rallentamento della crescita mondiale pari allo 0,06% all’anno. Il conteggio però non tiene conto dei benefici economici che la riduzione del cambiamento climatico porterebbe. “Il costo non è qualcosa che provocherebbe grandi disagi al sistema economico, è alla nostra portata”, ha detto ad Associated Press Rajendra Pachauri, presidente del panel, aggiungendo che invece ritardare l’intervento sul clima potrebbe essere più costoso.
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