Bruxelles (Belgio), 27 mag. (LaPresse/AP) – I leader dell’Unione europea, riuniti a Bruxelles per un Consiglio europeo informale, tentano di trovare una via per far fronte alle crepe aperte dalle elezioni di domenica e per decidere il successore di Barroso alla presidenza della Commissione. A far intravedere le fratture e sfocare l’obiettivo di una cooperazione sempre più stretta è il risultato dei partiti euroscettici, che dal Regno Unito con l’Ukip fino alla Francia con il Front National hanno ottenuto successi senza precedenti. I partiti di leader europei come il premier britannico David Cameron e il presidente francese François Hollande sono stati scossi dal voto.
La prima battaglia che si prospetta nel dopo voto è quella su Jean-Claude Juncker, ex premier del Lussemburgo, per 7 anni a capo dell’Eurogruppo e candidato del Partito popolare europeo (Ppe) alla presidenza della Commissione europea. Juncker è determinato a prendere il posto dell’uscente José Manuel Barroso dal momento che il Ppe ha ottenuto complessivamente la maggioranza dei voti nei 28 Stati membri. Ma quello di presidente della Commissione è un ruolo chiave e dunque ambito, viste le funzioni dell’organo esecutivo dell’Ue nel proporre le leggi a Parlamento e Consiglio, gestire e attuare le politiche e il bilancio Ue, vigilare sull’applicazione del diritto comunitario e rappresentare al di fuori del blocco gli interessi in accordi commerciali con il resto del mondo.
Juncker rivendica l’incarico in qualità di candidato del gruppo che ha ottenuto il maggior numero di eurodeputati. Ma a concorrere con lui ci sono ora Martin Schulz, candidato del gruppo dei socialisti S&D, e Guy Verhofstadt, del gruppo Alde. I tre gruppi hanno tutti registrato cali nei consensi: in Parlamento europeo il Ppe è crollato da 274 seggi a 213, il S&D da 196 a 190, Alde da 83 a 64.
Intanto stamane la Conferenza dei presidenti del Parlamento europeo uscente si è riunita e ha deciso di sostenere Juncker nell’incarico di formare una maggioranza. Hannes Swoboda, presidente di S&D, ha chiesto agli Stati membri “di dare a Juncker, come candidato del primo gruppo politico all’Europarlamento, un mandato chiaro per avviare i negoziati con gli altri partiti politici”. “Jean-Claude Juncker – ha aggiunto Swoboda nella nota – dovrà ora proporre un programma di lavoro” che metta al centro come priorità “la creazione di posti di lavoro, la crescita attraverso gli investimenti, una proposta per una politica europea di integrazione e migrazione e un sistema efficace di lotta all’evasione fiscale”. L’intero processo di raccolta dei consensi potrebbe richiedere settimane.