Bruxelles (Belgio), 27 mag. (LaPresse) – Dopo le elezioni europee, in cui i cittadini dei 28 Paesi membri dell’Unione europea hanno scelto i loro rappresentanti al Parlamento europeo, i gruppi politici si apprestano a trovare intese sul nuovo programma e a nominare il nuovo presidente della Commissione.
La Conferenza dei presidenti, che riunisce i leader dei gruppi dell’Europarlamento uscente e il suo presidente, si è incontrata questa mattina per discutere i risultati del voto e i nuovi equilibri che ne derivano. Il meeting giunge in vista della nomina del nuovo presidente della Commissione, organo esecutivo responsabile di proporre e vigilare sull’applicazione da parte degli Stati membri delle politiche europee approvate dal Parlamento. Questa è stata la prima volta che i partiti politici europei hanno presentato i loro candidati alla presidenza della Commissione.
La nomina ufficiale del capo della Commissione Ue è attesa entro alcune settimane dal Consiglio, che riunisce i capi di Stato e di governo dei Paesi membri. Il primo passo è la una cena informale di questa sera a Bruxelles, in cui i leader discuteranno la questione. Il Trattato di Lisbona, in vigore dalla fine del 2009, spiega chiaramente che la scelta dei candidati dovrebbe prendere in considerazione i risultati delle elezioni.
I candidati nominati cercheranno il sostegno dei gruppi politici del Parlamento, che dovrebbe votare per approvare o meno il candidato del Consiglio durante la sessione plenaria prevista per il 14-17 luglio. Per ottenere la nomina del Parlamento europeo, dovrà votare a favore più della metà dei deputati, quindi almeno 376. La sessione plenaria sceglierà un nuovo presidente del Parlamento e i vicepresidenti.
I dati delle elezioni mostrano il Partito popolare europeo (Ppe) vincente con 213 seggi, seguito dai socialisti e democratici di S&D con 191 seggi. Seguono l’Alleanza dei democratici e liberali (Alde) (64 seggi), Verdi/Ale (52 seggi), Conservatori e riformisti (Ecr) (46 seggi), Sinistra Unitaria (Gue/Ngl) (42 seggi) e Europa della libertà e della democrazia (Edf) (38). I non iscritti ottengono 41 seggi, mentre i nuovi partiti o candidati non ancora iscritti a un gruppo esistente sono 64. L’affluenza al voto è stata del 43,09%, in leggero aumento rispetto al 46% netto del voto del 2009.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata