Città del Vaticano, 8 giu. (LaPresse/AP) – Papa Francesco, Shimon Peres e Mahmoud Abbas insieme in Vaticano per una preghiera per la pace che riaccende le speranze per il Medioriente. Mentre i negoziati sono di nuovo in stallo da aprile e la tensione fra israeliani e palestinesi è tornata a salire dopo l’insediamento di un governo di unità palestinese sostenuto anche da Hamas, il pontefice ha ospitato nei giardini vaticani il presidente israeliano Peres e quello palestinese Abbas. Non un incontro di mediazione politica ma di preghiera, ha sottolineato più volte il Vaticano, ma l’atmosfera che si è respirata oggi e l’immagine del Papa che ha piantato un ulivo insieme a Peres, Abbas e al patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I, apre senz’altro uno spiraglio. La proposta di tenere una ‘Invocazione alla pace’ per il Medioriente in Vaticano era partita proprio da Bergoglio nel corso del suo recente viaggio in Terra Santa e Abbas e Peres avevano subito accettato.

L’ABBRACCIO FRA ABBAS E PERES. L’evento è cominciato nel tardo pomeriggio. Ad arrivare per primo a Santa Marta è stato Peres, che è stato accolto da papa Francesco con un abbraccio. Successivamente l’arrivo di Abbas, anche lui accolto dal pontefice con un abbraccio caloroso. Dopo che Francesco ha incontrato singolarmente i due in brevi confronti privati, Abbas e Peres si sono visti davanti al Santo Padre, salutandosi con un abbraccio. Poi tutti insieme sono saliti sul minibus papale, anche con il patriarca ortodosso Bartolomeo I, per spostarsi nei giardini vaticani e dare il via alla preghiera vera e propria.

PAPA: PER FARE LA PACE CI VUOLE CORAGGIO. “Vi ringrazio dal profondo del cuore per aver accettato il mio invito a venire qui per invocare insieme da Dio il dono della pace. Spero che questo incontro sia l’inizio di un cammino nuovo alla ricerca di ciò che unisce, per superare ciò che divide”. Con queste parole papa Francesco ha aperto gli interventi. “Molti, troppi di questi figli sono caduti vittime innocenti della guerra e della violenza, piante strappate nel pieno rigoglio. È nostro dovere far sì che il loro sacrificio non sia vano”, ha proseguito, affermando che “per fare la pace ci vuole coraggio, molto di più che per fare la guerra”. Dopo il pontefice si sono succedute le preghiere di Peres e Abbas.

PERES: PACE RICHIEDE SACRIFICI MA SERVE PRESTO. Il presidente israeliano ha affermato che israeliani e palestinesi “desiderano ancora ardentemente la pace”, ma ha detto che ciò di cui c’è bisogno è una “pace fra eguali”. Peres ha poi sottolineato la difficoltà del processo di pace, ma al tempo stesso la necessità di “raggiungerla presto”. “La pace non viene facilmente” ma “richiede sacrifici o compromessi”, ha detto, riconoscendo a papa Francesco il merito di essere un “costruttore di ponti di fratellanza e di pace”.

ABBAS CHIEDE STATO PALESTINESE SOVRANO E INDIPENDENTE. Il presidente palestinese, dal canto suo, nel corso della preghiera ha chiesto “una pace giusta”, cogliendo però l’occasione per chiedere ancora una volta di rendere il futuro del suo popolo “prospero e promettente, con libertà in uno Stato sovrano e indipendente”. Poi una citazione di San Giovanni Paolo II, ricordando quando disse che “Se la pace si realizza a Gerusalemme, la pace sarà testimoniata nel mondo intero”.

VIENE PIANTATO L’ULIVO. Al termine degli interventi tutti, imbracciate le pale, si sono spostati su una parte del prato predisposta per piantare un ulivo, in un’immagine carica di simbolismo. Poi la cerimonia è proseguita con cordiali strette di mano e con il dialogo tra le varie delegazioni, prima di nuovi brevi incontri privati Papa-Peres e Papa-Abbas all’Accademia delle scienze. Stasera i due leader lasceranno il Vaticano e dormiranno in due alberghi di Roma, Peres all’Hilton Cavalieri e Abbas all’Hotel parco dei principi.

I NEGOZIATI DI PACE IN MEDIORIENTE. I negoziati di pace fra israeliani e palestinesi sono crollati ad aprile e il periodo è molto delicato. La tensione fra le parti si è infatti intensificata dopo che i palestinesi hanno lanciato un governo di unità sostenuto anche da Hamas, ritenuto da Israele un gruppo terroristico. Peres, 90 anni, Nobel per la Pace nel 1994, ricopre un ruolo principalmente cerimoniale e dovrebbe lasciare l’incarico quest’estate.

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