Gerusalemme, 23 giu. (LaPresse/AP) – Aerei da guerra israeliani hanno bombardato una serie di obbiettivi in Siria, in risposta ad un attacco che ieri ha provocato la morte di un adolescente sulle alture del Golan. Lo ha reso noto l’esercito di Israele. In tutto sono stati colpiti nove obbiettivi militari, e “sono stati confermati colpi diretti”. Gli obbiettivi si trovavano vicino al luogo dell’attacco di ieri sulle alture del Golan e includevano un centro di comando militare regionale e “posizioni di lancio” non specificate. Non ci sono state immediate risposte dalla Siria. Nell’attacco di ieri, un veicolo civile israeliano è stato colpito da forze in Siria mentre si trovava nelle alture del Golan controllate da Israele. Un giovane israeliano è stato ucciso e altre due persone sono rimaste ferite. Il mezzo stava trasportando acqua nell’ambito di un lavoro per il ministero della Difesa israeliano quando è stato colpito.

“L’attacco di ieri è stato un atto ingiustificato di aggressione contro Israele, e una continuazione diretta di recenti attacchi che sono avvenuti nella zona”, ha detto il portavoce dei militari israeliani Peter Lerner. L’esercito, ha aggiunto, “non tollererà alcun tentativo di violare la sovranità di Israele e agirà per proteggere i civili dello Stato di Israele”. Non è stato immediatamente chiaro se siano stati i soldati siriani a compiere l’attacco sulle alture del Golan, o uno dei gruppi ribelli che si battono contro il governo di Bashar Assad. Lerner tuttavia ha affermato che l’aggressione è stata chiaramente intenzionale. Israele ha ripetutamente affermato che ritiene il governo siriano responsabile di tutti gli attacchi che provengono dal suo territorio, a prescindere da chi lo abbia effettuato.

L’incidente di ieri è avvenuto nella zona di Tel Hazeka, vicino all’attraversamento di Quneitra. L’Osservatorio siriano per i diritti umani ha affermato che soldati siriani avevano colpito obbiettivi sul confine in precedenza nella giornata di ieri. La polizia israeliana ha identificato il giovane che ha perso la vita come Mohammed Karaka, 14 anni, proveniente dal villaggio arabo di Arraba nel nord di Israele. Secondo i media locali il ragazzo aveva accompagnato al lavoro il padre, il conducente del veicolo. Ieri il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha reso noto di aver parlato con il padre del ragazzo e di aver offerto le sue condoglianze. “I nostri nemici non fanno differenze tra ebrei e non ebrei, adulti e bambini”, ha detto Netanyahu a un incontro internazionale di giornalisti ebrei. Nel suo discorso, il premier ha detto che in conflitti come la Siria, dove estremisti ispirati ad al-Qaeda si battono contro soldati siriani appoggiati da iraniani, non c’è una buona scelta, ed è meglio per Israele non agire e lasciare che i suoi nemici si indeboliscano l’un l’altro. “C’è una linea di divisione tra la civiltà e le barbarie”, ha detto Netanyahu.

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