Siria, Onu: Saliti a 3 milioni i profughi, metà bambini

Ginevra (Svizzera), 29 ago. (LaPresse/AP) – La guerra civile in Siria ha costretto tre milioni di persone a lasciare il Paese, cifra record a cui si aggiungono gli oltre 6,5 milioni di rifugiati interni. Lo rende noto l’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati (Unhcr), aggiungendo che oltre metà delle persone in fuga sono bambini e che solo nel corso dell’ultimo anno ha lasciato il Paese un milione di siriani. “La crisi in Siria è diventata la più grande emergenza umanitaria della nostra era, tuttavia il mondo non sta affrontando le necessità dei rifugiati e dei Paesi che li stanno accogliendo”, ha detto Antonio Guterres, Alto commissario Onu per i rifugiati.

La massiccia quantità di siriani in fuga dalla guerra civile ha messo in grave difficoltà anche i Paesi vicini che ricevono i rifugiati, incrementando i timori che le violenze possano diffondersi nella regione. Stando agli ultimi dati, quasi metà dei 23 milioni di abitanti della Siria ha dovuto abbandonare le proprie case dopo l’inizio della guerra, cominciata a marzo 2011. L’Onu stima che quasi 35mila siriani siano in attesa di essere registrati come rifugiati e che centinaia di migliaia di altri non sono invece stati registrati. L’Unhcr e altre organizzazioni umanitarie riportano che le sempre più numerose famiglie in fuga dalla guerra entrano nei Paesi vicini in condizioni estremamente precarie, esauste, terrorizzate e quasi completamente senza risorse finanziarie, essendo state in fuga per lungo tempo.

Nella Giordania orientale, riporta come esempio l’Unhcr, i rifugiati che attraversano il deserto pagano 100 dollari a persona ai criminali che li fanno uscire dal Paese. L’Unhcr afferma che in Libano i rifugiati siriani sono 1,14 milioni, la più alta concentrazione fra i Paesi vicini alla Siria, mentre in Turchia sono 815mila e in Giordania 608mila. I governi regionali, riporta l’agenzia, stimano inoltre che centinaia di migliaia di siriani cercano rifugio nei Paesi vicini alla Siria senza registrarsi come rifugiati.