Katmandu (Nepal), 18 ott. (LaPresse/AP) – Un elicottero di soccorso ha avvistato più di nove corpi su un sentiero di trekking sulle montagne nel nord del Nepal, sul circuito dell’Annapurna. Il bilancio delle vittime per la valanga e la bufera che si sono abbattute nel nord del Paese, sale così a 38 vittime accertate. Si tratta della peggiore strage di escursionisti nella regione himalayana. I corpi sono stati avvistati nel quartiere Dolpa, ma il terreno ripido ha reso impossibile l’atterraggio dell’elicottero, secondo quanto ha riferito Yadav Koirala dal Disaster Management Division di Katmandu.
L’elicottero aveva raccolto giù tre sopravvissuti e soccorritori a piedi e nelle prossime ora dovrebbe recuperare i corpi. Si tratterebbe di sherpa nepalesi, secondo l’associazione Agenti Trekking del Nepal.
Il distretto Dolpa è accanto alle regioni di Manang e Mustang, dove sono rimasti uccisi la maggior parte degli escursionisti stranieri, guide nepalesi e abitanti del villaggio. Tra i morti turisti canadesi, indiani, israeliani, slovacchi e polacchi. Salvate dai soccorritori più di 300 persone, recuperate dagli elicotteri e trasportate in villaggi e città vicine. Decine di turisti sono ancora al riparo in baite isolate, ha riferito il governatore Yama Bahadur Chokhyal.
Le tempeste di neve sono state generate dalla coda di un ciclone che ha colpito la costa indiana pochi giorni prima. I sopravvissuti hanno raccontato di essere stati presi alla sprovvista dalla tormenta mentre si trovavano sul sentiero di trekking sul circuito dell’Annapurna. “Non riuscivamo a distinguere più niete, uil vento soffiava Difficilmente potremmo vedere nessuno, anche all’interno di un paio di metri. Il vento soffiava la neve e la visibilità era quasi a zero”, hanno raccontato spiegando che nella tormenta molti escurisionisti hanno perso l’orientamento sbagliando strada e vandando nella neve.
Altri cinque alpinisti, due slovacchi e tre guide nepalesi, sono stati uccisi in un’altra valanga, a circa 75 chilometri nel campo base del Monte Dhaulagiri, la settima vetta più alta del mondo.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata