Gerusalemme, 30 ott. (LaPresse/AP) – Israele accusa il presidente palestinese Mahnmoud Abbas di incitamento alla violenza anche in relazione alla sparatoria di ieri sera a Gerusalemme, dove un palestinese ha aperto il fuoco ferendo un attivista israeliano nazionalista, il rabbino Yehuda Glick. Il ministro della Difesa israeliano, Moshe Yaalon, ha detto che “il tentativo di assassinio di Yehuda Glick è un altro passo grave dell’incitamento palestinese contro gli ebrei e contro lo Stato di Israele”. “Quando Abu Mazen (altro nome di Mahmoud Abbas ndr.) diffonde bugie e veleno sui diritti degli ebrei a pregare nella loto terra il risultato è il terrore”, ha aggiunto Yaalon.
Abbas recentemente aveva chiesto di vietare l’ingresso degli ebrei alla Spianata delle moschee, invitando i palestinesi a controllare l’accesso al sito da parte degli ebrei, che ha definito “una mandria di bestiame”. Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha detto che si attende ancora una condanna da parte del resto del mondo: “La comunità internazionale deve fermare questa ipocrisia e agire contro chi incita” alla violenza, ha detto Netanyahu.
Di recente scontri si sono verificati in diverse zone di Gerusalemme est, cioè la parte della città di cui Israele ha preso il controllo nel 1967 e che viene rivendicata dai palestinesi come capitale del loro futuro Stato. Le violenze sono scoppiata inizialmente in estate, dopo che tre adolescenti israeliani sono stati rapiti e uccisi dai palestinesi in Cisgiordania. Gli estremisti ebrei si vendicarono rapendo e bruciando vivo un ragazzino palestinese a Gerusalemme est, dando il via a violente rivolte. Successivamente Israele lanciò nella Striscia di Gaza l’offensiva ‘Margine protettivo’, durata 50 giorni. Hamas, dal canto suo, intensificò i lanci di razzi verso il territorio dello Stato ebraico.
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