Potiskum (Nigeria), 10 nov. (LaPresse/AP) – Residenti di Potiskum, nel nordest della Nigeria, hanno cacciato via soldati arrivati sul luogo dell’esplosione avvenuta in una scuola superiore della città. Abitanti hanno lanciato pietre contro i militari e hanno criticato l’incapacità dell’esercito di fermare la rivolta dei militanti islamici, che va avanti da cinque anni e ha provocato la morte di migliaia di persone. Nell’attacco di oggi, lanciato da un attentatore suicida in uniforme scolastica, hanno perso la vita decine di studenti. La deflagrazione è avvenuta durante un’assemblea settimanale, alla quale erano presenti circa duemila studenti.
“Stavamo aspettando l’intervento del preside, intorno alle 7.30, quando abbiamo sentito un rumore assordante e sono caduto, la gente ha iniziato a gridare e correre, ho visto sangue su tutto il mio corpo”, ha raccontato il 17enne Musa Ibrahim Yahaya, ricoverato nell’ospedale locale con ferite alla testa. Secondo un funzionario dell’obitorio, rimasto anonimo, tutte le vittime hanno tra gli 11 e i 20 anni d’età. Sopravvissuti hanno riferito che l’ordigno era nascosto in uno zaino simile a quelli popolari fra gli studenti locali. Alcuni mesi fa l’esercito nigeriano aveva riferito di aver scoperto nella città settentrionale di Kano una fabbrica di bombe in cui i materiali esplosivi venivano nascosti dentro zaini.
Molti nigeriani affermano che la nuova ondata di attacchi della setta islamica Boko Haram sia stata scatenata dall’annuncio, dato dal governo il 17 ottobre, di un presunto cessate il fuoco con gli insorti. Il leader del gruppo militante, Abubakar Shekau, ha negato di aver tenuto con il governo negoziati su una tregua. Una settimana fa presunti militanti di Boko Haram avevano attaccato una manifestazione dei Fratelli musulmani a Potiskum, uccidendo 30 persone.
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