Tunisi (Tunisia), 22 nov. (LaPresse) – Sono 27 i candidati alle elezioni presidenziali di domani, 23 novembre, in Tunisia. A farsi avanti erano stati una settantina ma l’Isie (Instance supérieure indépendante pour les élections), cioè l’organismo indipendente incaricato di organizzare le elezioni, ha accettato appunto solo 27 candidature, respingendo tutte le altre. Cinque dei 27 politici però (Abderrahim Zouari, Mohamed Hamdi, Mustapha Kamel Nabli, Abderraouf Ayadi e Noureddine Hached), alcuni visti anche i risultati del proprio partito nelle elezioni legislative dello scorso 26 ottobre, hanno annunciato il ritiro. Secondo quanto previsto dalla legge elettorale, tuttavia, per l’Isie i cinque restano ufficialmente candidati.
In corsa per la presidenza c’è solo una donna, il magistrato Kalthoum Kannou, che si presenta come candidato indipendente. Tre dei 27 candidati ufficiali sono deputati dell’Assemblea costituente (Mustapha Ben Jaâfar, Mohamed Hamdi e Abderraouf Ayadi) e quattro sono personalità del regime di Ben Ali (Kamel Morjane, Abderrahim Zouari, Mondher Zenaidi e Hamouda Ben Slama). Quattro sono invece uomini d’affari (Larbi Nasra, Slim Riahi, Mohamed Frikha e Yassine Chennoufi). È la prima volta che si vota per le presidenziali a suffragio diretto. Subito dopo la rivoluzione invece, nel 2011, l’attuale presidente Moncef Marzouki fu eletto dall’Assemblea costituente con suffragio indiretto.
Parte sicuramente avvantaggiato Beji Caid Essebsi, leader di Nidaa Tounes che è risultato il primo partito con il 39% nelle legislative dello scorso 26 ottobre. La sfida potrebbe giocarsi con il presidente uscente Moncef Marzouki, nuovamente candidato con il partito Congresso per la repubblica (Cpr). Ennahda invece, che aveva vinto subito dopo la rivoluzione e adesso è il secondo partito, non appoggia nessun candidato. Il Fronte popolare dei due politici assassinati nel 2013 Chokri Belaid e Mohammed Brahmi, forte del suo quarto posto alle legislative con 15 seggi ottenuti, presenta come candidato Hamma Hammami. E una sorpresa potrebbe arrivare dal sempre più popolare Slim Riahi, da alcuni ribattezzato il Berlusconi tunisino, proprietario di una squadra di calcio e leader dell’Unione patriottica libera (Upl) risultata terzo partito con 16 seggi.
Di seguito una breve panoramica dei 27 candidati. L’ordine in cui vengono presentati non coincide con quello in cui compaiono sulla scheda elettorale.
1. KALTHOUM KANNOU. 55 anni, magistrato, è l’unica donna candidata alla presidenza. Un tempo a capo dell’associazione dei giudici, è la prima donna della storia della Tunisia a candidarsi alla presidenza e ha promesso di impegnarsi per l’uguaglianza di genere, sottolineando che si è voluta proporre per evitare che prendano il potere personaggi del vecchio regime.
2. BEJI CAID ESSEBSI. È leader e fondatore del partito laico Nidaa Tounes (‘La chiamata della Tunisia’ ndr.), che ha vinto le ultime legislative. Il partito si presenta come continuatore dei principi di Habib Bourguiba. Ed è proprio dalla città di Bourguiba, Monastir, che Essebsi ha avviato la sua campagna elettorale per le presidenziali. Abile oratore, 87 anni, Essebsi è noto per la sua caratteristica di citare spesso proverbi tunisini e parti del Corano, e per il discorso elettorale in tv ha scelto l’arabo classico. Tra le critiche più frequenti che gli vengono rivolte c’è quella relativa all’età, che secondo gli oppositori è poco in linea con lo spirito della rivoluzione, portata avanti dai giovani. Sabato sera ha riempito lo stadio nel quartiere di El-Menzah a Tunisi, dove ha tenuto un comizio, e molti sono rimasti fuori a seguire l’evento da maxi schermi.
3. MOHAMED MONCEF MARZOUKI. Presidente uscente, è nuovamente candidato con il partito Congresso per la repubblica (Cpr). Era stato eletto alla presidenza dopo la rivoluzione dall’Assemblea costituente, dunque tramite suffragio indiretto. Alle ultime elezioni il Cpr ha perso quasi tutti i seggi. Resta comunque una figura simbolica della rivoluzione e su di lui potrebbero essere convogliate molte preferenze di chi non intende votare per Essebsi.
4. SLIM RIAHI. Presidente dell’Unione patriottica libera (Upl) che si è attestata come terzo partito alle ultime legislative del 26 ottobre, il milionario proprietario della squadra Club Africain, 42 anni, ha usato il denaro e la popolarità della squadra per ottenere un buon risultato politico. Da alcuni soprannominato il Berlusconi tunisino, si presenta come un innovatore della politica tunisina e potrebbe ottenere il sostegno di molti giovani.
5. HAMMA HAMMAMI. Candidato del Fronte popolare dei due politici assassinati nel 2013 Chokri Belaid e Mohammed Brahmi, Hamma Hammami è il leader del Partito dei lavoratori (uno di quelli che fanno parte del Fronte). Oggi 62enne, sotto il regime di Ben Ali è stato più volte arrestato e torturato.
6. KAMEL MORJANE. Fra gli ultimi a presentare la candidatura, Morjane è stato l’ultimo ministro degli Esteri di Zine el-Abidine Ben Ali. È il candidato del partito Al Moubadara (‘L’iniziativa’ ndr.), emanazione del partito di Ben Ali ‘Rassemblement constitutionnel democratique’ (Rcd) dissolto subito dopo la rivoluzione. Nel 2011 Morjane si era scusato con i tunisini per avere accettato di servire sotto Ben Ali, assicurando di non avere avuto alcuna responsabilità delle pratiche autoritarie del regime.
7. ABELKADER LABBAOUI. Candidato indipendente, è presidente dell’Unione tunisina del servizio pubblico e per la neutralità dell’amministrazione.
8. LARBI NASRA. È il candidato del Partito la voce del popolo, da lui fondato.
9. AHMED NEJIB CHEBBI. È il candidato del Partito repubblicano, Al-Jomhouri.
10. MOHAMED HACHEMI HAMDI. È il candidato del Movimento Al- Mahaba. All’indomani delle elezioni legislative, il 27 ottobre, alla luce dei risultati riportati aveva annunciato su Twitter la sua decisione di ritirarsi dalla corsa, ma il giorno dopo è tornato indietro sui suoi passi decidendo di restare in corsa.
11. MUSTAPHA BEN JAFAAR. Candidato del partito Ettakatol, è il presidente dell’Assemblea costituente che sarà sostituita dal nuovo Parlamento quando questo entrerà in carica.
12. ALI CHOURABI. Candidato indipendente, è un magistrato.
13. MONDHER ZENAIDI. Sotto la presidenza di Ben Ali ha guidato diversi ministeri, tra cui quello dei Trasporti, del Commercio e del Turismo.
14. MOHAMED FRIKA. Si presenta come candidato indipendente.
15. YASSINE CHENNOUFI. Anche lui uomo d’affari, si presenta come candidato indipendente. Un tempo dipendente della dogana, è accusato da molti di avere collaborato con la famiglia Trabelsi, cioè quella della moglie di Ben Ali.
16. SAMIR ABDELLI. È un avvocato di 48 anni.
17. ABDERRAZAK KILANI. Avvocato, fino al 2013 è stato ministro delegato incaricato dei rapporti con l’Assemblea costituente. Si presenta come candidato indipendente.
18. HAMOUDA BEN SLAMA. Ministro prima della Salute pubblica e poi della Gioventù e dello Sport sotto Ben Ali, si presenta come candidato indipendente.
19. SALEM CHAIBI. È il presidente del Partito del congresso popolare.
20. MOKTAR MEJRI. È un candidato indipendente.
21. MEHREZ BOUSSAYENE. Ex magistrato, è presidente del Comitato nazionale olimpico tunisino (Cnot) e si presenta come candidato indipendente.
22. AHMED SAFI SAID. Scrittore e giornalista, si presenta anche lui come candidato indipendente.
23. MUSTAPHA KAMEL NABLI. Ex governatore della Banca centrale di Tunisia, si presentava come candidato indipendente ma si è ritirato dalla corsa martedì 18 novembre affermando che il clima attuale gli sembra simile a quello del 2012 e 2013, caratterizzato da violenza, terrorismo e omicidi e che a suo parere queto non consente ai tunisini di scegliere serenamente il futuro presidente. Economista, raccoglie un ampio consenso, ma molti lo considerano troppo vicino a istituzioni come la Banca centrale europea (Bce) e il Fondo monetario internazionale (Fmi).
24. ABDERRAOUF AYADI. Candidato del Movimento Wafa, cioè Movimento della fedeltà fondato nel 2012 da fuoriusciti del Congresso per la repubblica (Cpr), ha annunciato il suo ritiro dalla corsa mercoledì 19 novembre.
25. NOUREDDINE HACHED. Candidato indipendente, è un ex ambasciatore e figlio del sindacalista Farhat Hached. Anche lui si è ritirato dalla corsa.
26. ABDERRAHIM ZOUARI. Candidato del Movimento desturiano, giovedì 30 ottobre ha annunciato il suo ritiro dalla corsa, dichiarando che la decisione era stata presa insieme ai membri dell’ufficio esecutivo del partito. È stato un personaggio chiave nel regime di Ben Ali.
27. MOHAMED HAMDI. Era candidato per Alleanza democratica, un partito fondato alla fine del 2012 per accogliere i fuoriusciti dell’ala riformista del Partito democratico progressista (Pdp) che non avevano voluto unirsi al Partito repubblicano. Ha però annunciato il suo ritiro dalla corsa il 6 novembre, motivando la scelta con gli scarsi risultati ottenuti dal partito alle legislative, dove è riuscito a guadagnare un solo seggio in Parlamento.
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