Tunisi (Tunisia), 23 nov. (LaPresse) – Si andrà probabilmente al ballottaggio in Tunisia per scegliere il presidente. Oggi i cittadini sono andati alle urne per le prime elezioni presidenziali dalla cacciata di Zine el-Abidine Ben Ali del 2011, ma secondo gli exit poll nessuno dei candidati è riuscito a ottenere la maggioranza assoluta che era necessaria a evitare il secondo turno. Se i dati delle rilevazioni saranno confermati, il ballottaggio dovrebbe essere fra il leader di Nidaa Tounes, Beji Caid Essebsi, e il presidente uscente Moncef Marzouki del partito Congresso per la repubblica (Cpr). I risultati definitivi sono attesi per martedì e in caso di ballottaggio i tunisini torneranno alle urne il 28 dicembre. Le operazioni di voto si sono svolte in modo tranquillo, grazie anche all’imponente sistema di sicurezza organizzato, con il dispiegamento di circa 100mila agenti fra esercito, polizia, guardia nazionale e unità antiterrorismo. Quanto all’affluenza, è stata più bassa rispetto alle legislative del 26 ottobre: allora era andato al voto il 70% degli elettori registrati; oggi invece si è recato ai seggi il 64,4% dei circa 5,2 milioni di cittadini iscritti. Con questa tornata elettorale si è aggiunta un’altra tappa fondamentale al percorso di transizione verso la democrazia avviato dopo la Rivoluzione dei gelsomini.

ESSEBSI IN TESTA, 2° MARZOUKI, 3° HAMMAMI. Stando a quanto emerge da due exit poll diffusi alla chiusura delle urne e rilanciati dai media locali, in testa c’è il leader di Nidaa Tounes, l’87enne Beji Caid Essebsi, seguito con un ampio margine di stacco dal presidente uscente Moncef Marzouki del partito Congresso per la repubblica (Cpr) al secondo posto, dal leader del Fronte popolare Hamma Hammami al terzo posto, e dal leader dell’Unione patriottica libera (Upl) Slim Riahi al quarto. Se confermato, il posizionamento di Hammami al terzo posto rispetto a Riahi al quarto sarebbe un sorpasso rispetto alle parlamentari: nelle elezioni legislative dello scorso 26 ottobre, infatti, quello di Riahi si affermò come terzo partito mentre il Fronte popolare arrivò al quarto posto.

Nel dettaglio, secondo la rilevazione compiuta da 3C Etudes, Essebsi ha ottenuto il 47,8% dei voti staccando di molto Marzouki, che si attesterebbe al 26,9%. Al terzo posto ci sarebbe Hammami al 10%, seguito al quarto posto da Riahi al 5% e da Mohamed Hachemi Hamdi della Corrente dell’amore (Al- Mahaba) al 3%. In base all’altro exit poll invece, realizzato da Sigma Conseil, Essebsi sarebbe in testa con il 42,7% dei voti, e sarebbe seguito da Marzouki al 32,6%, Hamma Hammami al 9,5% e Slim Riahi al 6,7%.

STAFF MARZOUKI CONTESTA EXIT POLL. Intanto lo staff di Marzouki ha contestato i dati degli exit poll, dicendo che sarebbe Marzouki ad avere la maggioranza relativa. Il voto di oggi sembrava essere una scelta fra i timori sulla sicurezza e le libertà portate dalla rivoluzione, con Essebsi che rappresenta la stabilità del vecchio corso e Marzouki che incarna più il fervore della rivoluzione. In Tunisia il potere principale resta in mano al primo ministro, ma la presidenza ha alcune importanti responsabilità come quelle dei settori di Difesa e Affari esteri.

I 27 CANDIDATI IN CORSA. I candidati in corsa per la presidenza erano 27. Cinque di questi si erano ritirati nelle ultime settimane, ma nonostante il loro annuncio per l’Isie, cioè l’organismo indipendente che si è occupato dell’organizzazione delle elezioni, sono rimasti ufficialmente candidati come prevede la legge elettorale. Era chiaro che Essebsi fosse il frontrunner, soprattutto dopo la vittoria del suo partito Nidaa Tounes alle elezioni legislative. Il partito islamico Ennahda, invece, non ha presentato alcun nome e aveva deciso di non appoggiare nessun candidato. Pare che molti sostenitori di Ennahda, però, si siano orientati a votare per Marzouki. Tra gli altri candidati c’erano appunto Hamma Hammami, 62 anni, per il Fronte popolare dei due politici assassinati nel 2013 Chokri Belaid e Mohamed Brahmi, risultato quarto partito alle legislative con 15 seggi; e il sempre più popolare Slim Riahi, da alcuni ribattezzato il Berlusconi tunisino, proprietario di una squadra di calcio e leader dell’Unione patriottica libera (Upl) risultata terzo partito alle legislative con 16 seggi. In corsa c’era una sola donna: Kalthoum Kannou, magistrato, che si è presentata come candidato indipendente, la prima donna della storia della Tunisia a correre per la presidenza.

COSA SUCCEDE ADESSO. A questo punto bisognerà osservare due punti: in primo luogo bisognerà vedere cosa deciderà di fare Ennahda, e precisamente se sceglierà di appoggiare un candidato al ballottaggio o meno; in secondo luogo andranno seguiti gli sviluppi degli equilibri politici in vista della formazione del nuovo governo, che si era scelto di rimandare a dopo le presidenziali. Alle legislative, Nidaa Tounes si è affermato come primo partito con 85 seggi ed Ennahda come secondo partito con 69 seggi, ma con questi numeri il primo ha bisogno di formare una coalizione. Nidaa aveva sempre detto che non avrebbe mai formato una coalizione con Ennahda, ma ciononostante un’alleanza di questo tipo non è del tutto esclusa. Anche perché Ennahda al contrario si è sempre mostrato disponibile a governare in coalizione, anche con Nidaa Tounes. D’altra parte molti hanno sollevato il timore che un governo a maggioranza Nidaa Tounes, insieme alla presenza di Essebsi al palazzo di Cartagine, possa segnare un ritorno alla concentrazione di potere in un unico partito. Timori alimentati dal fatto che in Nidaa Tounes sono confluiti molti ex benalisti.

ALTA PARTECIPAZIONE GIOVANI COME OSSERVATORI. Al di là dell’esito delle presidenziali, comunque, ciò che salta all’occhio è che le elezioni si sono svolte regolarmente, segnando una nuova tappa nella transizione democratica. Ai seggi era consistente la presenza di osservatori e rappresentanti di lista, soprattutto volontari giovani, impegnati per la buona riuscita del processo elettorale.

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