Sydney (Australia), 15 dic. (LaPresse/AP) – Tre persone sono morte e quattro sono rimaste ferite al termine dell’assedio di un bar di Sydney, in Australia, in cui un uomo armato aveva sequestrato diverse persone e dove la polizia ha fatto irruzione. Lo ha confermato la polizia, precisando che uno dei morti è il sequestratore, un sedicente religioso musulmano libero su cauzione mentre era incriminato per violenze, tra cui aggressione sessuale e complicità in omicidio.

La polizia ha fatto irruzione dopo circa 16 ore che diverse persone erano tenute in ostaggio nel Lindt Chocolat Cafe. Ha preso il via uno scontro a fuoco, dopo il quale un gruppetto di cinque o sei ostaggi è uscito dal bar. Dopo alcuni minuti si sono sentiti altri spari. ALtri cinque ostaggi erano usciti in precedenza. Non è chiaro per ora se gli ostaggi siano stati rilasciati a seguito dei negoziati con la polizia o siano fuggiti.

Dopo il blitz, una donna in lacrime è stata portata di peso all’esterno dagli agenti e altre due persone sono state portate fuori su delle barelle. Tra i feriti ci sono una donna colpita da uno sparo a una gamba e un poliziotto.

Per tutto il giorno la tensione è stata altissima attorno al Lindt Chocolat Cafe di Martin Place, nel cuore del distretto finanziario e commerciale della città. Nel corso delle ore, alcune immagini riprese attraverso la vetrata del bar hanno mostrato diverse persone con le mani in alto, schiacciate contro il vetro. Due tenevano, in modo che fosse visibile dall’esterno, una bandiera nera con la Shahada, cioè la dichiarazione di fede islamica.

SEQUESTRATORE UN IRANIANO LIBERO SU CAUZIONE – Il sequestratore è un iraniano, sedicente religioso musulmano, libero su cauzione per diverse accuse legate ad azioni violente. Si chiama Man Haron Monis e ha circa 50 anni. Un ufficiale di polizia non ha confermato formalmente, ma ha commentato la notizia dicendo: “Non sbagliereste” nell’identificare il sequestratore come Monis. Lo scorso anno l’uomo era stato condannato a 300 ore di servizi per la comunità, dopo che aveva scritto lettere di offese alle famiglie di soldati uccisi in Afghanistan. In seguito, fu incriminato per complicità nell’omicidio della ex moglie. Quest’anno è stato incriminato per aggressione sessuale di una donna nel 2002.

LIBERI 5 DEGLI OSTAGGI DOPO 6 ORE. Nelle prime ore, cinque persone sono fuggite dal bar: il primo sviluppo si è avuto sei ore dopo l’inizio della crisi degli ostaggi, quando tre uomini sono stati visti correre via da un’uscita antincendio; poco dopo due donne, una dopo l’altra, sono corse fuori dal bar fra le braccia della polizia armata che circonda la zona. Entrambe indossavano i grembiuli con il logo Lindt chocolate, il che indica che erano dipendenti del locale.

NEGOZIATORI IN CONTATTO CON IL SEQUESTRATORE. Il commissario della polizia dello Stato australiano del Nuovo Galles del Sud, Andrew Scipione, ha riferito che non è chiaro quali siano le motivazioni del sequestratore. “Non abbiamo ancora confermato che si tratti di un evento legato al terrorismo”, ha detto, aggiungendo che “ci stiamo occupando di una situazione con ostaggi e un aggressore armato e la stiamo gestendo di conseguenza”. Secondo la vice commissaria della polizia del Nuovo Galles del Sud, Catherine Burn said, i negoziatori della polizia avevano istituito un contatto con l’uomo armato. “Non abbiamo alcuna informazione che suggerisca che ci siano feriti a questo stadio”, ha detto la stessa Burn dopo che i primi tre ostaggi sono usciti dal bar. Solo uno degli ostaggi liberati è stato portato in ospedale, al St. Vincent’s, e il portavoce della clinica riferisce che è in condizioni soddisfacenti.

CENTINAIA DI POLIZIOTTI DISPIEGATI. Nella zona del bar sono stati dispiegati nel corso della giornata centinaia di poliziotti, le strade vicine sono state chiuse e gli uffici evacuati. Ai cittadini è stato chiesto di stare lontano da Martin Place. Nell’area si trovano l’ufficio del primo ministro, la Reserve Bank of Australia cioè la banca centrale australiana, e il quartier generale di due delle più grandi banche del Paese. Il Parlamento si trova ad alcuni isolati di distanza. Lindt Australia ha pubblicato un messaggio sulla sua pagina Facebook in cui ringrazia per il sostegno ricevuto. “Siamo profondamente colpiti da questo grave incidente e i nostri pensieri e le nostre preghiere sono con lo staff e i clienti coinvolti e con tutti i loro amici e familiari”, si legge nel post.

PREMIER ABBOTT: INCIDENTE INQUIETANTE. “È un incidente molto inquietante”, ha commentato il premier australiano Tony Abbott. “È profondamente scioccante che persone innocenti vengano tenute in ostaggio da una persona armata che sostiene motivazioni politiche”, ha aggiunto.

COSA DICE LA SCRITTA SULLA BANDIERA ISLAMICA. La Shahada, cioè la dichiarazione di fede islamica che è scritta sulla bandiera nera visibile nel bar, recita come segue: “Non c’è Dio se non Allah e Maometto è il suo messaggero”. È considerato il primo dei cinque pilastri di fede dell’islam. Questa professione di fede è molto presente nella cultura islamica e compare per esempio sulla bandiera dell’Arabia Saudita, su fondo verde. Se ne sono appropriati anche i jihadisti che la utilizzano sulla loro bandiera nera.

ALLERTA TERRORISMO INNALZATA A SETTEMBRE. L’allerta terrorismo in Australia era stata innalzata dal governo a settembre in risposta alla minaccia posta a livello nazionale dai sostenitori dello Stato islamico (ex Isil o Isis). Da allora le squadre antiterrorismo hanno condotto decine di raid e hanno compiuto diversi arresti nelle tre città più grandi del Paese: Melbourne, Sydney e Brisbane. Durante una serie di raid è stato arrestato a Sydney un uomo, poi accusato di avere cospirato con un leader dello Stato islamico in Siria per decapitare una persona scelta casualmente nel centro di Sydney.

LE MINACCE DELLO STATO ISLAMICO ALL’AUSTRALIA. L’Isil, che controlla ora un terzo della Siria e dell’Iraq, ha minacciato l’Australia in passato. A settembre il portavoce del gruppo, Abu Mohammed al-Adnani, ha diffuso un audiomessaggio in cui invitava i cosiddetti lupi solitari ad attaccare all’estero, menzionando esplicitamente anche l’Australia. Al-Adnani disse ai musulmani di uccidere tutti i “miscredenti”, sia civili che soldati.

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