Roma, 18 dic. (LaPresse) – È la Tunisia il Paese dell’anno scelto dalla rivista The Economist per il 2014. In un articolo, il giornale spiega la sua decisione raccontando che, nonostante le difficoltà a livello globale di quest’anno che si conclude, “in mezzo alla miseria ci sono state ragioni di ottimismo”. Di seguito la motivazione: “L’idealismo generato dalla Primavera araba è perlopiù affondato in bagni di sangue ed estremismo, con una brillante eccezione: la Tunisia, che nel 2014 ha adottato una Costituzione nuova e illuminata e ha tenuto sia le elezioni parlamentari che quelle presidenziali (il ballottaggio si terrà il 21 dicembre)”. L’Economist sottolinea che l’economia tunisina “sta combattendo e la sua politica è fragile, ma il pragmatismo e la moderazione della Tunisia hanno nutrito la speranza in una regione sventurata e un mondo travagliato”. “Mabrouk Tunisia”, conclude l’articolo complimentandosi con il Paese della Rivoluzione dei Gelsomini.
Mentre l’anno scorso la scelta di Paese dell’anno dell’Economist era ricaduta sull’Uruguay per le sue posizioni liberali su droghe e nozze gay, per il 2014 a contendersi il titolo con la Tunisia è stata l’Indonesia. Il più grande Paese musulmano al mondo era in gara per la svolta avvenuta con l’elezione del presidente riformista Joko Widodo. “Il nostro vincitore è un Paese molto più piccolo, ma pensiamo che il simbolismo importi più delle dimensioni”, afferma la rivista.
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