Tunisi (Tunisia), 21 dic. (LaPresse) – Lo staff del leader di Nidaa Tounes Béji Caid Essebsi rivendica la vittoria del suo candidato nel ballottaggio delle presidenziali che si è tenuto oggi in Tunisia. Ma l’altro candidato, il presidente uscente Moncef Marzouki, tramite il suo staff smentisce e parla piuttosto di un testa a testa, denunciando sulla sua pagina Facebook presunte irregolarità nei seggi. Al momento non sono disponibili dati ufficiali. La chiusura delle urne era prevista per le 18, ma in alcuni seggi gli elettori che erano già dentro hanno continuato a votare anche dopo. Le operazioni di voto, però, non sono del tutto concluse: all’estero infatti gli ultimi seggi chiuderanno alle 2 di notte, a San Francisco.
I commenti sono giunti in due conferenze stampa tenute subito dopo la chiusura delle urne. Il portavoce di Essebsi, Mohsen Marzouk, ha annunciato la vittoria dello stesso Essebsi: “Questa vittoria la accettiamo con umiltà perché davanti a noi c’è un grande lavoro per lo sviluppo della Tunisia”, ha detto secondo quanto riporta la stampa locale. Il capo della campagna elettorale di Marzouki dal canto suo, Adnène Manser, ha contestato tale rivendicazione di vittoria, parlando di un testa a testa e sottolineando che gli exit poll non possono essere considerati risultati delle presidenziali. “Lo scarto fra i due candidati si conta in migliaia di voti e non in centinaia di migliaia”, ha aggiunto. Manser ha comunque affermato che Marzouki accetterà il risultato, qualunque esso sia, e ha invitato i sostenitori a festeggiare in ogni caso il buono svolgimento delle elezioni.
Il presidente uscente della Tunisia, inoltre, sulla sua pagina Facebook denuncia irregolarità che sarebbero avvenute nei seggi e invita l’Isie a intervenire. Nel post pubblicato su Facebook, in particolare, si fa riferimento a episodi di propaganda all’interno dei seggi, in cui sarebbe stata fatta campagna contro un candidato per dissuadere gli elettori dal votare per lui; lo staff di Marzouki denuncia inoltre tentativi di corruzione degli elettori.
A quattro anni dalla Rivoluzione dei gelsomini che ha portato alla cacciata di Zine el-Abidine Ben Ali dopo 23 anni al potere, oggi i tunisini sono tornati alle urne per la terza volta in due mesi per eleggere un nuovo presidente. Lo scorso 26 ottobre erano andati al voto per eleggere il Parlamento, mentre il 23 novembre si era tenuto il primo turno delle presidenziali, in cui nessuno dei 27 candidati era riuscito a ottenere la maggioranza necessaria a evitare il ballottaggio, che si è dunque tenuto oggi. Si tratta delle prime elezioni presidenziali a suffragio diretto dalla rivoluzione: nel 2011 l’attuale presidente Moncef Marzouki fu eletto infatti a suffragio indiretto, dall’Assemblea costituente. Alle legislative di ottobre ha vinto il partito laico Nidaa Tounes di Essebsi, seguito da quello islamico Ennahda. Il nuovo governo sarà formato dopo l’esito delle presidenziali.
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