New York (New York, Usa), 29 dic. (LaPresse/AP) – Se il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite non respingerà la bozza di risoluzione palestinese che chiede la fine dell’occupazione “lo faremo noi”. Lo ha detto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, nel giorno in cui è attesa la presentazione in Consiglio della risoluzione che chiede di fissare una scadenza entro tre anni per la fine dell’occupazione israeliana dai territori palestinesi.
NETANYAHU: RISOLUZIONE MINA SICUREZZA ISRAELE. Secondo il capo del governo israeliano, l’Autorità palestinese sta cercando di imporre “un diktat che minerebbe la sicurezza di Israele, mettendo il suo futuro in pericolo”. “Israele – ha aggiunto Netanyahu – si opporrà alle condizioni che mettono in pericolo il nostro futuro”. Il primo ministro ha poi sottolineato che Israele si attende che “la comunità internazionale, o almeno i suoi membri responsabili, si oppongano vigorosamente a questo diktat dell’Onu, a questa risoluzione al Consiglio di sicurezza, perché ciò di cui abbiamo sempre bisogno sono negoziati diretti e non condizioni imposte”.
LA BOZZA EMENDATA. Nel pomeriggio italiano, intanto, gli ambasciatori dei Paesi arabi si sono incontrati per discutere degli emendamenti palestinesi alla risoluzione. Ieri il presidente palestinese Mahmoud Abbas aveva confermato che una bozza rivista ed emendata della risoluzione sarebbe stata presentata oggi al Consiglio e votata domani. L’ambasciatrice della Giordania all’Onu, Dina Kawar, rappresentante araba nel Consiglio di sicurezza, ha riferito ai giornalisti che Amman avrebbe preferito più consultazioni tra i 15 membri dell’organismo, ma, ha aggiunto: “Faremo ciò che i palestinesi vogliono, in conformità con la Lega araba”.
IPOTESI VETO USA. È molto difficile che la risoluzione venga approvata dal Consiglio di sicurezza. Anche se potrebbe raccogliere il minimo di nove voti a favore, è possibile che gli Stati Uniti impongano il veto per non farla passare. Washington insiste sulla necessità di una soluzione negoziata al conflitto israelo-palestinese.
COSA CHIEDE IL DOCUMENTO. Secondo quanto ha riferito ieri il capo negoziatore palestinese Saeb Erakat, la nuova risoluzione emendata chiede la fine dell’occupazione entro tre anni e l’istituzione di uno Stato palestinese indipendente entro i confini del 1967, con Gerusalemme Est come capitale. Il documento chiede inoltre la soluzione del problema dei rifugiati palestinesi in accordo con le risoluzioni Onu già votate, e il rilascio dei prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane. I palestinesi avevano fatto circolare una bozza il primo ottobre, chiedendo al Consiglio di fissare il limite del novembre 2016 per il ritiro di Israele da tutti i territori occupati dal 1967. La Francia intanto ha lavorato per una risoluzione Onu volta a far ripartire i negoziati di pace.