Manila (Filippine), 15 gen. (LaPresse/Reuters) – “Non si può provocare, non si può insultare la fede degli altri, non si può deridere la religione”. Lo ha dichiarato papa Francesco, nel viaggio aereo dallo Sri Lanka verso le Filippine, commentando l’attacco al settimanale francese Charlie Hebdo che in precedenza ha già condannato. “Penso che la libertà di religione e la libertà di espressione siano entrambi diritti fondamentali”, ha aggiunto, affermando di parlare nello specifico dei fatti di Parigi. “Tutti abbiamo il diritto di avere questa libertà apertamente, senza offendere”, ha proseguito.
“E’ vero che non bisogna reagire con violenza, ma anche se siamo buoni amici se (qualcuno, ndr) insulta mia madre, può aspettarsi un pugno, è normale”, ha aggiunto il pontefice. Sottolineando che “non si può rendere un giocattolo la religione degli altri”. Parlando con i giornalisti in aereo, ha poi detto che “nella libertà di espressione ci sono dei limiti”, quando la religione viene insultata. Ha poi fatto riferimento alle guerre di religione del passato, come le crociate contro l’islam: “Pensiamo alla nostra storia. Quante guerre di religione abbiamo avuto? Anche noi siamo stati peccatori, ma non si può uccidere nel nome di Dio. Questa è una aberrazione”.
Un giornalista gli ha domandato se abbia paura di essere assassinato o di essere bersaglio di un attentato da parte degli estremisti islamici. “Sapete – ha risposto – ho un difetto, di essere un po’ imprudente. Se dovesse accadermi qualcosa, ho detto a Dio, chiedo solo che mi faccia la grazia che non sia doloroso, perché non sono coraggioso di fronte al dolore. Sono molto pauroso”. Ha detto però di aver più paura per gli altri che per se stesso e di essere difucioso nelle misure di sicurezza che lo circondano.
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