Washington (Usa), 21 gen. (LaPresse) – Gli Stati Uniti hanno “voltato pagina”, tornando a crescere, sono “usciti dalla recessione”. È il messaggio lanciato dal presidente Usa Barack Obama nel discorso sullo stato dell’Unione, pronunciato nella notte al Congresso, il penultimo del suo secondo mandato alla guida del Paese. Un discorso nel quale Obama ha affrontato numerose tematiche, sia di interni, toccando principalmente il tema dell’economia, sia di esteri, dalla lotta al terrorismo, fino alla crisi ucraina e ai nuovi rapporti con Cuba.
LA RIPRESA DELLA CRESCITA. Nei primi 15 anni di questo secolo, ha iniziato Obama, “una nuova generazione ha combattuto due lunghe e costose guerre”, la recessione si è diffusa negli Usa e nel mondo. “Sono stati, e ancora sono, tempi duri per molti. Ma stanotte – ha proseguito – abbiamo voltato pagina”, la “nostra economia sta crescendo e creando lavoro al ritmo più alto dal 1999, il nostro tasso di disoccupazione ora è più basso di quanto fosse prima della crisi finanziaria”. Quindi un messaggio di speranza. “L’ombra della crisi – ha proseguito il numero uno della Casa Bianca – è passata e lo stato dell’Unione è forte. In questo momento, con un’economia in crescita, il deficit in contrazione, un’industria vivace e un aumento della produzione energetica, siamo usciti dalla recessione, più liberi di scrivere il nostro stesso futuro, rispetto a ogni altro Paese sulla terra”.
AIUTARE CLASSE MEDIA. La richiesta di Obama ai colleghi del Congresso è stata soprattutto quella di lavorare per sostenere la classe media. È necessario uscire “dai vecchi schemi” e sostenere un nuovo sforzo per aiutare la classe media, con tasse più alte per i ricchi e accordi commerciali, ha detto Obama, che poi ha criticato l’attuale codice fiscale, ritenendo che sia ricco di scappatoie che consentono ad alcune aziende di non pagare nulla. “Hanno riempito di omaggi i super ricchi che non hanno bisogno, negando un aiuto alle famiglie della classe media”, ha aggiunto.
PARITA’ DI STIPENDI TRA UOMO E DONNA. Il presidente è poi tornato come già in passato, sulla parità di genere, anche in termini lavorativi. Il Congresso degli Usa, ha detto, deve “approvare una legge che garantisca che le donne siano pagate come gli uomini per fare lo stesso lavoro. È il 2015, è tempo di farlo”. E ha quindi ribadito la necessità di alzare gli stipendi minimi. “Se veramente pensate di poter lavorare a tempo pieno e mantenere una famiglia contando su meno di 15mila dollari all’anno, provateci!”.
CONGRESSO AUTORIZZI USO FORZA CONTRO ISIS. Grande spazio anche alla politica estera. Prima di tutto la lotta al terrorismo e allo Stato islamico, contro cui il presidente ha chiesto al Congresso di “approvare una risoluzione che autorizzi l’uso della forza”. Poi il ricordo della vittime. Gli Usa, ha detto, sono vicini “alle persone del mondo che sono state attaccate dai terroristi, da una scuola in Pakistan alle strade di Parigi”. Washington, ha aggiunto, continuerà “a dare la caccia ai terroristi e a smantellare le loro reti, e si riservano il diritto di agire in maniera unilaterale”. Al tempo stesso, ha sottolineato il presidente, “abbiamo imparato alcune costose lezioni negli ultimi 13 anni. Invece di avere americani di pattuglia nelle valli dell’Afghanistan, abbiamo addestrato le loro forze di sicurezza”, “invece di inviare grandi forze oltremare, ci stiamo allenando con nazioni dall’Asia meridionale al Nordafrica per negare rifugi sicuri ai terroristi che minacciano l’America. In Iraq e Siria, la leadership americana sta fermando l’avanzata dello Stato islamico”.
TOGLIERE EMBARGO A CUBA. Obama è poi tornato sui rapporti con Cuba, dopo il disgelo coinciso con la liberazione del contractor Alan Gross. “Quest’anno – ha detto Obama – il Congresso deve iniziare a lavorare per mettere fine all’embargo” su Cuba. Il presidente ha quindi citato il pontefice: “Come ha detto sua Santità, papa Francesco, la diplomazia è il lavoro dei piccoli passi e questi piccoli passi hanno dato nuova speranza al futuro di Cuba”.
RUSSIA E’ ISOLATA. Attenzione anche ad altri temi come la crisi in Ucraina, a causa della quale secondo il presidente ora “la Russia è isolata, con l’economia a pezzi”; gli attacchi hacker, “che non riusciranno a bloccare le reti”, svelare i segreti degli Usa o “invadere la privacy delle famiglie americane”; la lotta all’epidemia di Ebola; la rivalità con la Cina, in termini soprattutto di regole lavorative. “Chiedo ai partiti – ha detto – di darmi l’autorità per proteggere i lavoratori americani, firmando nuovi accordi commerciali con l’Asia e l’Europa che non siano solo liberi, ma anche equi”. Quindi la promessa di lavorare per chiudere il carcere di Guantanamo.