Atene (Grecia), 24 gen. (LaPresse/EFE) – Giornata di silenzio elettorale non troppo silenziosa in Grecia prima delle elezioni generali di domani, cruciali sia per il Paese sia per i suoi rapporti con l’Unione europea. Alcuni politici si sono concessi infatti ancora qualche dichiarazione.
LA GIORNATA DI SILENZIO ELETTORALE. Il premier uscente, il conservatore Antonis Samaras, si è recato nella sede centrale del suo partito, vicino piazza Syntagma ad Atene, e circondato dalle telecamere è stato accolto da un bagno di folla dei sostenitori. “Siamo forti, il 14% degli indecisi sta con noi”, ha pronosticato. Syriza, dal canto suo, ha offerto il pranzo ad alcuni rappresentanti dei media, pratica abituale nel giorno di silenzio elettorale, e all’evento ha partecipato anche Alexis Tsipras. Il leader di Syriza ha evitato dichiarazioni marcatamente politiche e, alla domanda se in futuro prevede di dovere indossare la cravatta, ha risposto che lo farà “il giorno in cui la Grecia otterrà la remissione del debito”. Anche altri leader politici sono comparsi davanti alle telecamere, ma con dichiarazioni moderate. Per esempio è questo il caso del leader del Pasok, il ministro degli Esteri Evángelos Venizelos, che è stato in un ristorante in riva al mare a Salonicco con alcuni giornalisti e ha invitato i cittadini a votare “a sangue freddo” e soprattutto con “riflessione”.
IL VOTO DI DOMANI. Domani sono chiamati alle urne 9,8 milioni di greci, che dovranno eleggere 300 deputati per il nuovo Parlamento e in base alla maggioranza che emergerà dal voto si dovrà formare un nuovo governo. Le operazioni di voto si terranno dalle 7 alle 19 ora locale (cioè dalle 6 alle 18 ora italiana).
GLI ULTIMI SONDAGGI. La forza favorita è la coalizione di sinistra Syriza, guidata appunto da Alexis Tsipras, che secondo gli ultimi sondaggi pubblicati ieri staccherà i conservatori di Nuova democrazia con un margine compreso fra il 5% e il 10% e si dovrebbe attestare fra il 30% e il 35% dei consensi. Il terzo posto se lo contendono il partito centrista ‘To Potami’ (che vuol dire ‘Il fiume’ ndr.), che sarebbe fra il 5,1% e il 7%, e il partito di estrema destra Alba Dorata, che si attesterebbe fra il 5% e il 6,8%. A poca distanza i socialisti del Pasok, il cui leader Venizelos ha avvertito contro il rischio che Alba dorata possa ottenere un mandato di governo (nel caso in cui, in assenza di maggioranza assoluta, i responsabili dei primi due partiti non riuscissero a formare una coalizione di governo) e ha accusato ‘To Potami’ di “non essere un partito ma una unione con idee completamente diverse senza un denominatore comune”.
ANCORA MOLTI GLI INDECISI. A giocare la differenza nelle elezioni di domani saranno gli indecisi, che secondo gli ultimi sondaggi di ieri oscillano fra il 9% e il 18%. L’obiettivo delle due principali formazioni, cioè Syriza e Nuova democrazia, è dunque di ottenere l’appoggio di quest’ampia fetta di elettori. Per convincerli la sinistra ha puntato sui filoeuropei critici nei cofronti del programma della troika, mentre i conservatori hanno mirato ad attirare quella parte di centrodestra che teme che Syriza possa mettere in pericolo l’economia.
IN GRECIA ANDARE A VOTARE È OBBLIGATORIO. La particecipazione al voto è in genere molto elevata. In Grecia, infatti, andare a votare è obbligatorio e sono esenti soltanto le persone che hanno più di 70 anni e i cittadini che vivono a oltre 200 chilometri dalla propria circoscrizione elettorale. Nel caso in cui un elettore non vada a votare sono previste sanzioni che oscillano da un mese a un anno di carcere, che però nella pratica non vengono applicate. Nelle scorse elezioni generali l’affluenza si è attestata al 62%.
TSIPRAS SFIDA LA TROIKA. Nel corso della campagna elettorale Tsipras ha affermato con forza la sua intenzione di ridiscutere il debito greco e ieri, in un’intervista alle tv greche, ha detto che un eventuale governo a guida Syriza riconoscerà gli obiettivi fiscali fissati dai trattati europei ma non le misure previste dagli accordi firmati dal governo precedente con i creditori della troika (composta da Bce, Commissione Ue, e Fmi). “L’austerità non sta nei trattati”, ha affermato, dicendo che mira a ottenere la maggioranza assoluta, che a suo parere darebbe al futuro governo una posizione “forte” per negoziare con i creditori della Grecia. All’evento di chiusura della campagna elettorale di Tsipras, che si è tenuto giovedì sera in una piazza nel centro di Atene, hanno partecipato 10mila persone.
SAMARAS ACCUSA TSIPRAS. Su posizioni opposte il suo principale rivale, Samaras, il quale ha assicurato che il governo concluderà prima della fine di febbraio i negoziati con la troika e che, una volta terminata la valutazione del programma di salvataggio, Atene potrà beneficiare dell’acquisto di titoli di Stato annunciata giovedì dalla Bce. Samaras ha inoltre attaccato Tsipras, accusandolo di “non volere il salvataggio” della Grecia. Il premier sostiene che Syriza porterà il Paese in bancarotta e fuori dall’euro, facendolo diventare “un secondo Venezuela o una seconda Corea del Nord” con piani di nazionalizzazioni e l’eliminazione del programma di privatizzazioni intrapreso dal suo esecutivo. Tsipras tuttavia ha assicurato che intende far rimanere la Grecia nella zona euro. Samaras ha chiuso la campagna elettorale ieri con un incontro in un centro sportivo fuori Atene al quale hanno partecipato 5mila sostenitori.
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