Cartagine (Tunisia), 13 feb. (LaPresse/EFE) – Federica Mogherini, Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione europea, ha effettuato in Tunisia la sua prima visita in un Paese nordafricano da quando ha assunto l’incarico. “Si tratta del mio primo viaggio da questo lato del Mediterraneo e con esso abbiamo voluto mostrare il nostro appoggio a Tunisi e al suo processo (di transizione politica, ndr) che deve essere un esempio”, ha dichiarato ai giornalisti dopo il suo incontro al palazzo di Cartagine con il presidente della Republica, Beji Caid Essebsi. “L’obiettivo – ha aggiunto – è rilanciare la cooperazione e cooperare nello sviluppo economico e sociale del Paese. Abbiamo sfide comuni, come la lotta al terrorismo internazionale, e il mio obiettivo oggi qui è capire come possiamo aiutare Tunisi”.
Nelle ore di permanenza nel Paese, Mogherini ha discusso anche della congiuntura economica e di sicurezza con il nuovo primo ministro Habib Esseid. La numero uno della diplomazia europea si è poi confrontata con rappresentanti della società civile, con i quali ha parlato delle difficoltà del Paese, minacciato dalla precarietà e dalla povertà soprattutto nelle regioni del sud. “È una prima presa di contatto, ma non sarà l’ultimo viaggio”, ha detto a Efe una fonte europea. “Crediamo – ha aggiunto – che fosse importante una prima visita, anche se è stata così rapida, per mostrare appoggio e rafforzare il governo. Ma l’obiettivo è lavorare a stretto contatto con Tunisi su temi come lo sviluppo economico e sociale e la lotta contro il terrorismo internazionale”.
Funzionari tunisini hanno spiegato alla stampa locale che la visita di Mogherini a una settimana dalla costituzione del primo governo post-transizione apre un nuovo capitolo nelle relazioni bilaterali in un momento considerato cruciale per Tunisi e per tutto il Mediterraneo. La crisi economica, compresa l’alta disoccupazione giovanile e la mancanza di orizzonti, unita all’ascesa del jihadismo, sono le preoccupazioni principali per il nuovo esecutivo. In una settimana di governo le forze tunisine hanno annunciato l’arresto di 52 presunti jihadisti che sembra si stessero preparando a compiere attacchi contro centri di sicurezza e di interesse turistico, e la morte di un presunto leader terrorista. Il problema dell’estremismo interno si somma alla questione della instabilità delle frontiere con Libia e Algeria, attraverso le quali transitano senza controllo radicali islamici con sede nel Sahel, così come trafficanti di armi arrichitisi in seguito alle guerre in Libia e Mali. Non di meno preoccupa la criminalità organizzata che si dedica al traffico di migranti verso le coste dell’Europa.
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