Washington (Usa), 2 mar. (LaPresse/Reuters) – Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, è arrivato negli Stati Uniti, dove domani terrà un discorso davanti al Congresso a Washington. La visita di Netanyahu ha sollevato polemiche dal momento che giunge a pochi giorni dalle elezioni politiche in Israele, che si terranno il 17 marzo: a invitarlo per tenere un discorso al Parlamento Usa sono stati i repubblicani, che dopo le elezioni di midterm di novembre scorso hanno ottenuto il controllo sia della Camera che del Senato, e Netanyahu ha accettato; il tutto ha fatto infuriare l’amministrazione l’amministrazione Obama, che sostiene di non avere saputo niente finché i programmi non sono stati resi pubblici, il che sembrerebbe essere una rottura del protocollo.

Al centro delle tensioni l’Iran: un alto funzionario israeliano ha detto ai giornalisti che si trovavano sul volo di Netanyahu che il Congresso sarà “l’ultimo freno” per fermare l’accordo sul nucleare con Teheran. Israele teme che la diplomazia di Barack Obama sull’Iran, con la scadenza per un accordo fissata per fine marzo, permetterà al nemico storico dello Stato ebraico di sviluppare armi atomiche, cosa che Teheran continua a negare. Stando al funzionario, l’impressione di Israele è che i membri del Congresso “non conoscono i dettagli dell’accordo, che noi non vediamo come un buon accordo” e Netanyahu nel suo discorso al Congresso darà una spiegazione dettagliata delle sue obiezioni all’accordo con l’Iran. Intanto da Teheran sabato ha fatto sentire la sua voce in proposito il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, che ha accusato Netanyahu di provare a minare i colloqui sul nucleare per distrarre dalla rischiesta dei palestinesi di essere riconosciuti come Stato indipendente. “Netanyahu si oppone ad ogni tipo di soluzione”, ha detto Zarif.

Ieri il segretario di Stato americano, John Kerry, parlando al programma ‘This week’ su Abc ha ribadito la determinazione di Washington a portare avanti i negoziati con l’Iran dicendo che gli Usa meritano “il beneficio del dubbio” per vedere se un accordo sul nucleare può essere raggiunto. Poi, dopo avere detto che “adesso con Israele abbiamo in termini di sicurezza una relazione stretta come mai nella storia”, ha affermato: “Non vogliamo che questo si trasformi in un grande football politico”. Il funzionario israeliano ha riferito inoltre che Netanyahu e Kerry hanno avuto una conversazione telefonica, da cui è emerso che “la relazione continua”.

È atteso che Netanyahu utilizzi il suo discorso per chiedere al Congresso di approvare nuove sanzioni contro l’Iran, nonostante la promessa di Obama di opporre il suo veto a un’eventuale legge del genere perchè metterebbe a rischio i colloqui sul nucleare. Le autorità Usa temono che il premier israeliano stia provando a sabotare la diplomazia iraniana e i critici hanno suggerito che la sua visita sia una raffinata mossa elettorale che gli darà voti in patria. Prima di adesso Israele era sempre stato attento nei movimenti fra il campo repubblicano e quello democratico, ma questo discorso di Netanyahu in Congresso ha creato una rara frattura fra il governo israeliano e alcuni democratici del Congresso. Secondo stime non ufficiali si ritiene infatti che una ventina di parlamentari democratici boicotterà l’intervento di Netanyahu.

Fonte Reuters-Traduzione LaPresse

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