Washington (Usa), 2 mar. (LaPresse/Reuters) – “Boris sperava, come abbiamo visto invano, di vedere qualche tipo di transizione pacifica verso un normale, civilizzato governo democratico. In questo momento non vedo nessuna possibilità per la Russia di andare dalla brutale dittatura di Putin verso qualcosa che sarà anche solo così mite come quello che avevamo 10 anni fa”. Lo ha detto Garry Kasparov, il campione di scacchi e oppositore russo, affermando in un’intervista a Reuters che ci vorrebbe una violenta rivolta di massa per cambiare la situazione in Russia. Secondo Kasparov, l’uccisione di Boris Nemtsov, definito da lui uno dei principali promotori dell’espressione politica non violenta in Russia, ha diminuito notevolmente la speranza di una transizione pacifica nel Paese.
L’omicidio di Nemtsov, ha affermato Kasparov, “è un segnale per le persone coinvolte in attività di opposizione che tutto può succedere: non sprecheremo il tempo per processarvi facendo finta di rispettare lo Stato di diritto. Semplicemente vi elimineremo”. Kasparov, che vive in esilio autoimposto negli Stati Uniti, ha detto di non avere guardie del corpo e di non temere per la propria vita, a meno che non decidesse di tornare in Russia. “Non compro biglietti di sola andata”, ha affermato l’ex campione, spiegando che non tornerà a Mosca neanche per i funerali di Nemtsov, in programma per domani. Quando gli è stato chiesto se ha una strategia politica per il futuro, Kasparov ha risposto che gli attivisti dell’opposizione in Russia hanno poco spazio di manovra. “Che tipo di strategia ci può essere se puoi essere ucciso?”, ha domandato.
Fonte Reuters – Traduzione LaPresse
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