Mosca (Russia), 8 mar. (LaPresse/Xinhua) – Il tribunale Basmanny di Mosca ha confermato la detenzione per tutti e cinque i sospettati in relazione all’omicidio del leader d’opposizione Boris Nemtsov, assassinato nel centro di Mosca la sera di venerdì 27 febbraio. I primi due a essere fermati, Zaur Dadayev e Anzor Gubashev, sono stati accusati formalmente; tuttavia Dadayev, che è emerso che abbia prestato servizio come poliziotto in Cecenia, ha confessato il proprio coinvolgimento nell’omicidio, mentre Gubashev ha negato ogni legame secondo quanto riporta l’agenzia Tass. Per loro la Corte ha deciso che resteranno in custodia fino al 28 aprile. Gli altri tre invece, che sono stati identificati come Shaguid Gubashev (fratello di Anzor), Ramzan Bakhayev e Tamerlan Eskerkhanov, il tribunale ha deciso di mantenerli in custodia fino al 7 maggio il primo e fino all’8 maggio gli altri due.

Stamattina il Comitato investigativo russo aveva chiesto alla Corte l’arresto di tutti e cinque i sospettati. Boris Nemtsov, 55 anni, oppositore del presidente Vladimir Putin e in particolare della politica della Russia in Ucraina, è stato assassinato la sera di venerdì 27 febbraio in pieno centro a Mosca, su un ponte che si trova molto vicino al Cremlino, mentre tornava a casa a piedi in compagnia della fidanzata, la modella ucraina Anna Duritskaya. In quanto testimone chiave Duritskaya, che è tornata a Kiev lunedì a seguito delle indagini necessarie, secondo quanto ha riferito il suo avvocato dovrà tornare a Mosca per ulteriori indagini. Putin ha promesso che avrebbe fatto di tutto per portare davanti alla giustizia i responsabili della morte di Nemtsov.

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