Mosca (Russia), 15 mar. (LaPresse/EFE) – Dopo avere preso la decisione di annettere la Crimea la Russia era disposta anche a mettere in allerta il suo arsenale nucleare e ad affrontare qualsiasi situazione. A raccontarlo è il leader del Cremlino, Vladimir Putin, in un documentario sulla riunificazione della Crimea con la Russia intitolato ‘Crimea, il ritorno in patria’, che andrà in onda stasera sulla tv di Stato russa. “Eravamo pronti a farlo. Ho parlato con i colleghi (occidentali ndr.) e ho detto loro che è il nostro territorio storico e che lì vive gente nostra che corre pericolo e deve essere salvata”, racconta Putin. Secondo il presidente russo, Mosca non poteva sapere come avrebbe reagito l’Occidente alla situazione in Crimea.

PUTIN ACCUSA: WASHINGTON DIETRO LE PROTESTE DI KIEV. Putin inoltre ha accusato gli Stati Uniti di essere dietro alla rivolta nelle strade di Kiev e alla cacciata del presidente ucraino Viktor Yanukovych e ha affermato che, mentre Washington sta a migliaia di chilometri, “noi siamo qui e questa è la nostra terra”. “Sapete per cosa andate a lottare? Non lo sapete? Noi invece sì, e siamo pronti a farlo. Non credo che ci fosse qualcuno che volesse cominciare una guerra mondiale per tutto questo (…) però ci hanno obbligati ad agire così”, ha detto Putin.

PUTIN ORDINO’ L’ANNESSIONE DELLA CRIMEA PRIMA DEL REFERENDUM. Il presidente russo ha ammesso di avere ordinato personalmente l’annessione della Crimea poche ore dopo che il Parlamento ucraino aveva deposto dall’incarico Yanukovych, cioè una settimana prima che le autorità regionali della penisola si ribellarono contro Kiev e indissero il referendum sull’indipendenza.

IL SALVATAGGIO DI YANUKOVYCH. Putin assicura di avere preso la decisione durante l’operazione delle forze speciali per recuperare Yanukovych da Donetsk, sua città natale dove si era rifugiato una volta fuggito da Kiev la mattina del 22 febbraio. Il numero uno del Cremlino racconta inoltre quell’operazione: “Eravamo pronti a farlo uscire da Donetsk, via terra, mare e aria. La notte fra il 22 e il 23 febbraio, quando abbiamo finito verso le 7 del mattino, ho detto che dovevamo cominciare a recuperare la Crimea per la Russia”, ha riconosciuto Putin.

UN ANNO FA IL REFERENDUM IN CRIMEA. Proprio domani ricorre l’anniversario del referendum, non riconosciuto da Kiev né dalla comunità internazionale, con cui il 16 marzo del 2014 la Crimea disse sì a unirsi alla Russia. Si espresse a favore quasi il 97% dei votanti. Solo due giorni dopo, il 18 marzo 2014, la Russia consumò l’annessione della penisola, fino a quel momento territorio ucraino, con un solenne atto del Cremlino in cui Putin e i leader della Crimea firmarono il trattato bilaterale in base al quale la Repubblica di Crimea e la città di Sebastopoli diventarono due nuovi membri della Federazione russa.

(Foto Reuters)

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