Roma, 18 mar. (LaPresse) – “Qui stanno sparando a tutti, vi prego aiutateci”. Con questa telefonata, ricevuta da LaPresse, inizia la cronaca di un attentato terroristico che colpisce il centro di Tunisi e nel quale rimangono coinvolti anche decine di italiani. “Eravamo una comitiva di una cinquantina di persone. Qui nella stanza siamo in sei italiani”, racconta a bassa voce per non farsi sentire dai terroristi, mentre è ancora in corso la sparatoria. “Di là nello stanzone – dice – sono molti di più”. A parlare è Carolina Bottari. Torinese, 54 anni, è in viaggio col marito per una crociera a bordo della Costa Fascinosa, insieme a un gruppo di colleghi, tutti dipendenti del Comune di Torino. La nave è attraccata al porto di Tunisi e molti passeggeri sono scesi a visitare la città.
IL RACCONTO DELLA TESTIMONE. Bottari ha la sfortuna di trovarsi al museo dei mosaici di Bardo, insieme a decine di connazionali, quando gli attentatori fanno irruzione nella struttura sparando. E’ da poco passato mezzogiorno quando inizia l’azione. Sono quasi le due e mezza quando la donna riferisce, la voce rotta dal pianto, che è finita: “È arrivata la polizia – dice – sentiamo il suono delle ambulanze”.
MORTI 4 ITALIANI, 13 FERITI. Il bilancio della giornata è di quattro morti e tredici feriti tra gli italiani, ma si tratta di un “bilancio in continua evoluzione”, spiegano dalla Farnesina. La situazione è complessa, coinvolgendo così tanti connazionali, e solo in serata il ministero degli Esteri può diffondere i primi numeri certi. Assoluto riserbo sulle identità, anche perché non è semplice raggiungere tutte le famiglie coinvolte. Il bilancio complessivo dell’attentato diffuso dalle autorità tunisine è di 20 vittime, oltre ai tre attentatori. Tra le vittime (due quelle di nazionalità tunisina), molte le nazionalità: francesi, spagnoli, polacchi, colombiani. Decine i feriti.
ORE DI ANGOSCIA A TORINO. Almeno una delle vittime sarebbe piemontese. Il sindaco Piero Fassino, dopo aver parlato con alcune delle famiglie coinvolte, ha lanciato una manifestazione per domani sera alle 20.30 per “esprimere solidarietà alle famiglie delle vittime” e per ribadire che la città, “che ha conosciuto negli anni passati l’orrore del terrorismo”, non arretra e lancia “una mobilitazione per fare argine contro la violenza”. “Come presidente dell’Anci – dice poi Fassino – formulo un appello a tutti i miei colleghi sindaci, perché nelle prossime ore in ogni città italiana si manifesti lo sdegno contro questa barbarie e si renda visibile il rifiuto dell’intero Paese e della coscienza democratica dei cittadini italiani”.
LE REAZIONI POLITICHE. Sdegno dal mondo politico, dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che esprime “la più netta e ferma condanna per un gesto vile e odioso”, a quello del Consiglio Matteo Renzi, che su Twitter si dice “con il cuore e con la mente vicini alle famiglie dei nostri connazionali coinvolti nella tragedia”, al ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, che parla di “attacco senza precedenti al cuore della Tunisia”.
Proprio oggi il segretario delle Nazioni Unite Ban Ki-moon era arrivato in Italia e, dopo un faccia a faccia con Gentiloni alla Farnesina, aveva parlato dello Stato islamico affermando che i jihadisti “verranno ritenuti responsabili di fronte all’umanità per quanto hanno compiuto”. Il nuovo attentato, commenta ora Federica Mogherini, Alta rappresentante per la Politica estera dell’Unione europea “rafforza la nostra determinazione nel cooperare più strettamente con i nostri alleati per affrontare la minaccia terroristica”. “L’Unione europea – prosegue – è determinata a mobilitare tutti gli strumenti di cui dispone, per sostenere pienamente la Tunisia nella lotta contro il terrorismo e nel riformare il settore della sicurezza”. Tema che intevitabilmente finirà sul tavolo del Consiglio europeo che si apre domani a Bruxelles.
DURANTE ATTACCO ERA IN CORSO RIUNIONE CON GENERALI ESERCITO. La dinamica dell’attacco non è ancora del tutto chiara. L’obiettivo potrebbe essere stato il Parlamento, che si trova proprio accanto al museo, dove erano riunite diverse commissioni fra cui quella della Giustizia. Un deputato ha riferito a LaPresse che al momento dell’attacco era in corso una riunione della Commissione parlamentare sicurezza ed esercito che lavora per redigere una legge antiterrorismo ed erano presenti alcuni generali dell’esercito.
Secondo quanto riferiscono all’agenzia spagnola EFE fonti della sicurezza, tre uomini armati in uniforme militare hanno provato a entrare nell’edificio del Parlamento ma alcuni agenti della Sicurezza della Camera si sono accorti che i tre non avevano armi regolari e, quando hanno chiesto di deporle, è scoppiata una sparatoria durante la quale gli aggressori sono fuggiti verso il museo. Sempre secondo la versione fornita dalle stesse fonti a EFE, gli aggressori erano usciti da una moschea che si trova a metà strada fra l’edificio del Parlamento e il museo del Bardo e hanno sparato contro un autobus di turisti; poi hanno preso alcuni ostaggi e si sono barricati in una stanza del Parlamento che condivide una parete con il museo.
OSTAGGI LIBERATI IN BLITZ, MORTI DUE ATTENTATORI. Per liberare i turisti presi come ostaggio nel museo le forze di sicurezza tunisine hanno lanciato un blitz. Secondo quanto riferiscono fonti ufficiali, nell’operazione hanno perso la vita almeno due attentatori e un poliziotto.
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