Talebani afghani ‘firmano’ biografia del mullah Omar

Kabul (Afghanistan), 5 apr. (LaPresse/EFE) – I talebani pubblicano la prima autobiografia ufficiale del mullah Omar, mentre da anni si rincorrono le notizie che sia morto e mentre la sua autorità è sfidata dallo Stato islamico e dal suo leader Abu Bakr al-Baghdadi. Di lui non si sa nulla da 13 anni, da quando nel 2001 sparì completamente dalla circolazione dopo che raid aerei americani scalzarono il regime talebano. La biografia è apparsa sulla pagina web dei talebani guidati dal mullah cieco da un occhio, il cui vero nome è Mohammed Omar Mujahid. La data coincide con il 19esimo anniversario della sua nomina come Amir-ul Momineen, comandante dei credenti, che lo trasformò nella guida della jihad e in capo dell’Afghanistan, quando tra il 1996 e 2001 il Paese fu un Emirato islamico governato dai talebani.

Gli insorti hanno motivato la pubblicazione con “la domanda urgente di molti colleghi, specialmente scrittori e investigatori”, e per “evitare falsa propaganda”, si legge sul sito web. La biografia conferma molti dati che già erano noti, tra cui la nascita del mullah in un villaggio vicino a Kandahar, l’educazione in scuole coraniche, la partecipazione alla guerra contro l’occupazione sovietica. In quel conflitto fu ferito quattro volte e perse l’occhio destro. Viene descritto come un soldato “valoroso”, “efficiente nelle tattiche militari” e con una predilezione per i lanciarazzi RPG-7.

“La sofferenza e la oppressione” delle persone per mano dei signori della guerra dopo l’espulsione dei sovietici, si legge nel testo, hanno portato il mullah Omar a fondare i talebani nel 1994 per “liberare il Paese” e “lottare contro corruzione e anarchia”. La biografia lo descrive come un leader dalla “personalità carismatica e unica”, che non ha accumulato ricchezze, non vive nel lusso e non ha conti bancari all’estero. Rivede poi la versione secondo cui sarebbe un sacerdote poco istruito e senza dinastia tribale. Sarebbe invece nato in una “famiglia spirituale e istruita” del clan Tomzi della tribù Hotak, che avrebbe dato i natali a “eminenti uomini dello Stato islamico”. I talebani sottolineano che il mullah Omar rimane il leader dell’Emirato islamico dell’Afghanistan, come loro stessi si definiscono.

Secondo l’analista politico Matiullah Kharotai, la pubblicazione della biografia è un modo di dimostrare agli afghani che il mullah Omar è vivo e continua a essere il leader dei talebani, in relazione ai negoziati di pace con il governo e per convincere i comandanti che è ancora alla guida del movimento. “E’ un modo di unire il gruppo, che è sull’orlo del collasso, nel pieno della sfiducia dei suoi comandanti. Non ci sono notizie di Omar da un decennio”, ha detto Kharotai a Efe. Tuttavia, ha aggiunto, i talebani per essere creduti devono pubblicare un video o una registrazione audio di sue dichiarazioni.